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Il Milan non sa più vincere Kalinic si sveglia troppo tardi

Politano spaventa i rossoneri che pareggiano nel finale Terza gara di fila senza successi: addio sogni Champions

Il Milan non sa più vincere Kalinic si sveglia troppo tardi

Addio sogni di gloria. Addio sogni di Champions e di rimonta. Nella domenica nera del calcio di Milano, dopo la sconfitta dell'Inter a Torino, ecco l'inciampo, clamoroso, del Milan a San Siro davanti al Sassuolo che è sempre stato un rivale molto ostico in questi anni. Non solo. Ma l'infortunio muscolare toccato a Romagnoli e l'ammonizione rimediata da Bonucci (diffidato) hanno prodotto questo risultato: contro il Napoli, domenica prossima, Gattuso sarà senza la coppia centrale dei difensori. A questo punto, dopo aver mancato il successo ieri accorciando verso l'alto la classifica, sarà bene guardarsi alle spalle. Bonaventura, a pochi secondi dalla fine, ha avuto la palletta giusta per sancire il sorpasso che avrebbe avuto del miracoloso. Consigli, il migliore dei suoi, nell'occasione si è misurato in una prodigiosa parata. Così, inchiodato sul pari, anche Gattuso ha cominciato a gustare l'amaro della sua nuova condizione.

I primi fischi, destinati al Milan di Gattuso a qualche istante dall'intervallo, sono stati la cornice a una frazione deludente non tanto nella fattura del gioco che pure ha avuto accettabile qualità quanto nell'efficacia delle conclusioni. In questi casi è la precisione dell'ultimo passaggio a marcare il deficit più evidente in casa Milan per tacere poi dell'evidente difficoltà patita da Cutrone sul piano fisico e al cospetto dei corazzieri di Iachini, Acerbi e Peluso insomma. In area, spesso, si è ritrovato da solo a duellare senza né l'appoggio né l'assistenza di sodali. È vero: una, due, tre volte, è stato Consigli, il portiere già protagonista col Napoli, a risolvere un paio di complicate situazioni (specie sulla deviazione di petto di Kessiè) e in una di queste Peluso, pizzicato dalla tv nel fare blocco vistoso su Bonucci, se l'è cavata senza alcuna conseguenza.

La serata, quasi un presagio, non è cominciata per i rossoneri nel migliore dei modi. Dopo 5 minuti Romagnoli si è arreso a un probabile insulto muscolare (coscia sinistra) che ha consentito a Musacchio di rimettere piede a San Siro. Il Sassuolo si difende come sa e come può. Berardi, accreditato di un qualche interesse da parte del corregionale Mirasbelli, ha sprecato l'ennesima occasione della sua carriera: ha rimediato solo fischi e qualche rimprovero dalla sua panchina prima dellam sostituzione.

Scontata la scelta di Gattuso in avvio di ripresa: fuori un difensore, Abate, dentro il secondo centravanti a disposizione, il portoghese Andrè Silva, con modifica del sistema di gioco, per forzare il dispositivo difensivo allestito da Iachini che in materia è di sicuro un artigiano molto apprezzato. A metà della seconda frazione, l'altra correzione altrettanto giustificata: a riposo Cutrone e dentro Kalinic raschiando il fondo del barile rossonero che è a secco in materia di gol e di rendimento degli attaccanti. Qualche elemento poi, tipo Bonaventura, è apparso visibilmente stanco, come già denunciato dal derby, così da sbagliare persino elementari passaggi di tre metri.

Non è stata una genialata aver confermato il blocco uscito spolpato dal derby perché poi, appena il Sassuolo ha trovato un varco, grazie a un rinvio maldestro di Bonucci, Politano imbeccato da Mazzitelli, ha giustiziato dal limite Donnarumma con una stoccata delle sue: imprendibili perché angolatissime e il Sassuolo ha cominciato ad accarezzare l'idea dell'impresa svanita a pochi minuti dai titoli di coda quando Kalinic, per una volta, imbeccato giusto da Musacchio, ha fatto finalmente centro raccogliendo tiepidi consensi.

Non gli hanno perdonato un colpo di testa precedente finito fuori bersaglio.

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