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Inter pazza. Europa a rischio

Hernanes e Palacio aprono la via, Guarin fa il gran pasticcio. Mazzarri sbaglia i cambi. La ripresa è del Livorno con un bel regalo

Inter pazza. Europa a rischio

Pazza Inter, ma ormai sono solo harakiri. Un'altra vittoria buttata, tradita dal Guarin della discordia, ancora una volta la Penelope nerazzurra fa e disfa. Guarin uccide l'Inter e forse fa pentire Thohir di aver tirato indietro la firma davanti ad Agnelli. Stavolta la rimonta subita fa più male (ben due gol di vantaggio) e fa danni in classifica: 2 punti in tre partite. Il rischio di perdere l'Europa si fa pesante e non ci sono alibi. Inter figlia dei gol di Hernanes e Palacio, rovinata dagli errori di gente dalla testa fra le nuvole. Forse non basterà Mazzarri per farla tornare grande. Il primo gol interista di Hernanes arriva all'ottava partita del brasiliano e dopo una mezzoretta nella quale cominciavano a oscurarsi gli orizzonti. Inter un po' ansiosa, probabilmente prigioniera di dubbi e infelicità provocati dalle ultime due partite a San Siro, troppe palle perse, imperfezioni che avevano già messo Mazzarri a mani in faccia. Eppure si è intuito subito che poteva esserci situazione tranquilla con il Livorno, se i nerazzurri avessero giocato con minor flanella e miglior rappresentazione delle proprie qualità. Livorno composto da qualche ragazzo cresciuto a Milano e da qualche ex tra cui l'apatico Belfodil durato un tempo solo. Primo tempo con tanta buona volontà, ma al tirar delle somme poca polpa fino alla rete di inizio ripresa con quel gran calcio di Paulinho finito sotto la traversa: roba da scuola brasiliana e azione studiata a tavolino con tanti saluti a Samuel preso alla sprovvista.

Il Livorno, questo è vero, è stato pericoloso per primo con una lunga e velenosa punizione che ha costretto Handanovic a svegliarsi con tanto di schiaffeggio della palla. Poi più nulla di davvero concreto fin a prendersi le sberle nerazzurre. Inter schierata con il trio Alvarez-Palacio-Icardi e Kuzmanovic a far coppia di centrocampo con Hernanes: la partita ha rischiato di prendere una piega traditrice nonostante un paio di occasioni (sinistro di Hernanes a lato, un'uscita di Bardi ad interrompere i sogni di gloria di D'Ambrosio). E Mazzarri a sgolarsi contro gli errori dei suoi e davanti all'ipotesi che tanta dabbenaggine potesse far coraggio al Livorno. L'Inter quest'anno ha già fatto vedere di tutto e di più e anche ieri non si è tirata indietro. Però comprensibile la soddisfazione dell'aver cambiato faccia alla partita in otto minuti ad opera di tutta la compagnia sinfonico-calcistica. Primo gol nato da un lancio di Alvarez, pallone corretto da un guizzo riparatore di Palacio con ciccata-assist di Icardi per Hernanes, infilatosi in area come un fantasma a chiudere in gol. Partita schiusa, Inter restituita al sereno invariabile. Però la sua storia insegna: mai dire mai. Kuzmanovic da lontano ha cercato di imitare Hernanes nella caccia al suo primo gol. Palacio ha pescato il suo 14° sfruttando un ping pong, chiuso da una palla in cross da Jonathan che l'argentino ha girato al volo, nell'angolo, e sia beata la solitudine nell'area di rigore.

Ma la dimostrazione che l'Inter si nutre di una discontinuità autoflagellante si è avuta dall'inizio della ripresa, quando la rete di Paulinho ha tolto sicurezza ai nerazzurri, li ha costretti alla difensiva, soprattutto mentale, e la squadra ridisegnata da Di Carlo è stata molto più efficace pur con i rischi di tre punte. Mazzarri si è fatto prendere, una volta di più, da dubbi e titubanze che non sono da allenatore metropolitano ed è stato tradito proprio dall'uomo del cambio. Il tecnico stavolta ha creduto in Guarin e richiamato Hernanes che, pur fra alti e bassi, aveva dato quadratura alla squadra, oltre al prezioso gol. Il Guaro, invece, è riuscito nei gran pasticci che gli sono congeniali: alla mezzora non trovando il tiro gol che una mischia d'area richiedeva. Unico risultato: stendere Mbaye, l'ex compagno. E poco più tardi servendo l'assist ad Emeghara che si è bevuto Samuel ed ha steso Handanovic con un rasoterra nell'angolino.

E chissà se qualcuno sta ancora pensando che la rivolta del tifo per non cedere Guarin sia stata una buona idea.

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