Rio 2016

Il Papa scrive alla squadra dei rifugiati: "Ai Giochi siate grido di pace"

Olimpiadi al via. Per la prima volta c'è anche la Nazionale dei rifugiati. Bergoglio: "Siate testimonianza per tutti"

Il Papa scrive alla squadra dei rifugiati: "Ai Giochi siate grido di pace"

"Cari fratelli, voglio farvi pervenire il mio saluto e il mio desiderio di successo in queste Olimpiadi". All'indomani della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Rio 2016, papa Francesco ha voluto da un supporto speciale alla squadra dei rifugiati che parteciperà ai Giochi. "Che il coraggio e la forza che portate dentro possano esprimere attraverso i Giochi olimpici, un grido di fratellanza e di pace".

Quando ieri sera gli atleti della squadra dei rifugiati sono entrati nel Maracana dietro la bandiera del comitato olimpico internazionale portata dalla nuotatrice siriana Yusra Mardini, lo stadio è stato scosso dalla standing ovation. Nella tribuna autorità si è alzato in piedi anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon. Oggi papa Bergoglio ha preso carta e penna e ha scritto una lettera, poi pubblicata da Radio Vaticana, per dare il proprio saluto alla prima squadra di rifugiati che partecipa ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro. "Che, tramite voi tutti - ha scritto il Santo Padre - l'umanità comprenda che la pace è possibile, che con la pace tutto si può guadagnare; invece con la guerra tutto si può perdere". Il Pontefice spera che la "testimonianza" dei rifugiati possa "fare bene a tutti".

Della squadra fanno parte dieci atleti, sei uomini e quattro donne, che hanno sfilato al Maracanà con un'unica bandiera, quella delle Olimpiadi (guarda la gallery). Ci sono due nuotatori siriani, due judoka della Repubblica Democratica del Congo e sei corridori provenienti da Etiopia e Sud Sudan. Sono tutti fuggiti da violenze e persecuzioni e hanno cercato rifugio in altri Paesi. La 18enne Yusra Mardini, siriana, profuga a Lesbo, ha salvato decine di persone spingendo a nuoto con la sorella il gommone fino a riva. Parlano lingue diverse ma rappresentano un unico popolo di oltre 60 milioni di persone in fuga che hanno in comune il dolore e la speranza.

"Prego per voi e per favore vi chiedo di pregare per me - ha concluso papa Francesco - che Dio vi Benedica".

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