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Parigi vara i Giochi astemi e sembra il Qatar

Vietato servire vino, birra, champagne e alcolici in tutti i luoghi di attività fisica e sportiva

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Sarà perlomeno improprio dire di qualche atleta: va a tutta birra. A Parigi non gradirebbero. L'ultima novità dei Giochi olimpici del prossimo anno dice che, nella terra del vino e dello champagne, si andrà ad acqua: spettatori, giudici, allenatori e atleti. Roba da astemi. In effetti il comitato organizzatore si è arroccato su una legge del 1991, definita legge Evin, che fissa le regole su pubblicità e consumo di bevande alcoliche in determinati luoghi pubblici.

Da qui vietato servire vino, birra, champagne e alcolici in tutti i luoghi di attività fisica e sportiva. Claude Evin è un 73enne senatore di pensata socialista, avvocato prima di essere eletto deputato. Divenuto ministro della Solidarietà, della Salute e della Protection sociale si è procurato notorietà nella lotta al tabagismo e alla pubblicità dell'alcol. Da qui la legge che renderà tutti più sobri: si presume in ogni senso. Eppure non tutti si sono fermati davanti alla regola.

Non gli organizzatori della coppa del mondo di rugby: giocatori birraioli e fans avrebbero messo il lutto. Invece per i Giochi tutti ligi e attenti all'immagine, più che alla sostanza, senza dimenticare che qualche sponsor non gradirà. Intendiamoci, quella del no al bere durante le gare potrebbe anche essere regola intelligente ed educativa. Ma qui sembra, quasi, che i Giochi vogliano restare sulla via intrapresa dai mondiali di calcio in Qatar. E chissà che l'imperversare danaroso del mondo arabo nello sport non chieda, in contropartita, qualche attenzione in più al loro credo. Infine saremo pur tutti uguali ma chi paga di più lo è un po' di meno.

Ed ecco trovata l'eccezione al diktat: i Vip, che pagheranno oltre 5.000 euro per assistere, ad esempio, alla finale dei 100 metri (4 agosto), potranno gustarsi un calice di champagne. Parigi val bene uno champagne. L'eccezione vale il prezzo. E che la Francia ci neghi l'idea dello champagne da far schizzare in aria è contro natura: uno sfregio ai vincitori. Direte: anche ai Giochi di Tokyo erano vietati gli alcolici.

Vero, ma erano anche chiusi gli stadi.

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