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Questione di centimetri. Il palo beffa l'Italrugby e le nega l'impresa

All'ultimo secondo la punizione di Garbisi finisce sul legno. Ma il risultato di Lille vale come una vittoria

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Questioni di centimetri. Quelli del palo colpito da Paolo Garbisi in pieno recupero all'ultimo calcio. Fosse entrato avrebbe fatto la storia, con la prima vittoria italiana del Sei Nazioni nella tana dei galletti. E invece è solo un pareggio ma che oggi vale come una vittoria. Perchè a Lille è stata una autentica guerra di trincea.

Una partita dai due volti: Francia che parte bene, si porta avanti con Ollivon approfittando di un'Italia che soffre in mischia, va bene in rimessa laterale e appare un po' timida nell'area del placcaggio. La differenza è in difesa e compensa gli errori commessi nella gestione dell'ovale. È lì che si aggrappano gli azzurri: placcano anche i fili d'erba e per la prima volta appaiono anche molto disciplinati. Per il primo quarto di gara il pallino del gioco è tutto francese. Ramos allunga con il piede e prima di andare al riposo arriva la svolta con il placcaggio alto di Danty su Nacho Bree: cartellino giallo per il centro francese e verifica nel bunker arbitrale che all'intervallo fa cambiare il colore del cartellino in rosso. Page-Relo spedisce locale tra i pali e incassa una bella dose di fiducia. Per la Francia invece piove sul bagnato anche se si gioca al coperto. In quattordici e senza Jalibert la luce piuttosto fioca dei francesi si spegne del tutto durante la ripresa.

Nella confusione transalpina fiorisce l'azzurro. Magari non c'è spazio per l'accademia. Per restare attaccati al sogno basta la sostanza e disciplina. È lì che cambia la musica, la difesa continua a girare e la testa ogni tanto si fa vedere anche in attacco. La Francia è in affanno e quando alla mezz'ora Capuozzo ingrana le marce alte per il suo undicesimo sigillo, tutti a Lille capiscono che non è il caso di scherzare col fuoco. I padroni di casa invece appaiono supponenti, gestiscono l'ovale come peggio non si può e allora è giusto approfittarne. Varney ricuce continuamente la trama degli azzurri, Menoncello (mvp del match) ci mette il fisico e l'anima. Ed è commovente la prova della prima linea azzurra (panchina compresa) che butta ogni goccia di sudore in una guerra di trincea che nelle Fiandre hanno visto solo nel 15-18. Alla prima occasione in pieno recupero Zuliani costringe i francesi ad un tenuto a terra. Punizione che è quasi un rigore. A tradire questa volta è la tomaia del piede destro di Paolo Garbisi costretto ad andare di corsa. L'ovale finisce sul palo con le mani degli azzurri tra i capelli per l'occasione mancata. Sul tabellone c'è scritto 13-13. «Si riparte da qui - dice Ange Capuozzo -. È un colpo gobbo del destino, ma abbiamo dato tutto».

Tra due settimane all'Olimpico c'è la Scozia e di sicuro anche un'Italia più consapevole.

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