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Il "guardiano della Luna": i 20 anni di Gigio Donnarumma

Compie 20 anni Gianluigi Donnarumma, per tutti Gigio. Nei suoi tre anni e mezzo da portiere del Milan, ha attraversato varie fasi: da baby fenomeno a separato in casa, fino alla riappacificazione con dirigenza e tifosi. Oggi è davvero il numero 1

Il "guardiano della Luna": i 20 anni di Gigio Donnarumma

Una frazione di secondo. È quella che separa la grande parata dal gol subìto. Ed è quella che porta a smettere, per sempre, di essere un teenager. E a staccarsi di dosso l'etichetta di baby fenomeno, per diventare finalmente grande. Un adulto. Un portiere vero. Non che prima non lo fosse, Gianluigi Donnarumma. Che oggi compie 20 anni. Un'età che per la maggior parte dei calciatori, e di tutti i ragazzi, è la soglia simbolica del passaggio dall'incoscienza alla maturità. Forse ancora più dei 18 anni e della patente.

Gigio, come lo chiamano tutti, è il portiere dei record. Il "guardiano della luna", come lo chiama il "giorna-milanista" per antonomasia Carlo Pellegatti, è il numero 1 del Milan. E non solo del Diavolo. Ma dell'intera serie A. Se prima era una questione di tempo (che per definizione, Virgilio dixit, "fugit") oggi è anche questione di numeri. E che numeri. Eurosport riporta oggi una statistica che più efficace non si potrebbe. In questo 2019, Gigio ha giocato nove partite. In sei di queste è rimasto imbattuto. Saracinesca abbassata, si diceva un tempo. Clean sheet, l'anglicismo usato nel calcio moderno. Dove i portieri non mettono il berretto per non rovinarsi i capelli. Anche quando il sole picchia dritto sugli occhi.

Gli appassionati di calcio memorizzano alcune date chiave. Per esempio il 25 ottobre 2015. Il Milan arrancava in campionato, con la Juventus lanciata, sempre lei, verso il quarto scudetto consecutivo. L'allenatore era Sinisa Mihajlovic, il sergente di ferro che faceva il possibile con il materiale umano e tecnico a sua disposizione. Il rapporto con il presidente Berlusconi non era dei migliori. Diventato ancora più teso dopo la decisione del tecnico serbo di relegare in panchina l'esperto portiere spagnolo Diego Lopez per lasciare spazio a un giovane della cantera rossonera. Un certo Gianluigi Donnarumma.

Il pazzo era Mihajlovic, certo. Ma anche Pippo Inzaghi, se vogliamo mettere i puntini sulle "i". Era stato proprio "Pippomio", la stagione precedente, a promuovere in prima squadra questo giovane portiere di cui si parlava un gran bene. Nativo di Pompei e cresciuto calcisticamente tra Castellammare di Stabia e Gragnano, Gianluigi non ancora Gigio era un ragazzino imprigionato in un corpaccione da corazziere. Alto e potente, con i baffi da adolescente e un accenno di barba a decorare un viso serio ma da fanciullo. Poi, nella stagione 2015/2016, la sua elezione a terzo portiere del Diavolo dietro a Diego Lopez e Christian Abbiati. Nessuno dei due, però, convinceva Mihajlovic. Che a fine ottobre, stagione di funghi e caldarroste, lanciava titolare il ragazzino contro il Sassuolo.

Proprio Mihajlovic, nel 1993, quando giocava nella Roma, aveva convinto l'allora tecnico giallorosso Vujadin Boskov a far debuttare Francesco Totti. L'esordio di Gigio nel teatro di San Siro era stato positivo, per risultato finale e prestazione. Vittoria per 2-1, tre punti in saccoccia e alcuni interventi interessanti: peccato per la punizione di Berardi a infilarsi sul suo palo. "Poteva fare qualcosa di più", l'opinione generale. Ma tutti sapevano che si trattava solo di un ragazzo, uno dei più giovani debuttanti della storia della Serie A a girone unico. Record solo sfiorato. Donnarumma, in futuro, ne avrebbe centrati altri.

Come il 31 gennaio 2016, Milan-Inter 3-0. Quel giorno, Gigio era diventato il più giovane titolare di sempre nel derby della Madonnina. Niente male. Sembrava l'inizio di una carriera da fenomeno. Le prime pagine dei giornali, i paragoni con Buffon (di cui da anni si cercava un erede, con i vari nomi sistematicamente bruciati) e la stima di illustri colleghi, non necessariamente ex. Un percorso netto. Proseguito il 23 dicembre 2016 con il rigore parato a Dybala nella notte di Doha. Un tiro dagli 11 metri respinto con un balzo felino. La palla doveva entrare, ma non entrò. L'esultanza di Montella, e con lui di tutta la squadra.

Tutto bene, tutto tranquillo. Qualche mese prima, addirittura l'esordio in nazionale maggiore subentrando a Gigi Buffon. Un passaggio di consegne, un futuro da predestinato. Ma all'improvviso, come un temporale estivo, l'intervento in tackle di Mino Raiola, procuratore, padrino, consigliori di Donnarumma. Siamo alla fine della stagione 2016/2017. "Gigio merita di più", la palla avvelenata lanciata del numero 1 degli agenti. Le richieste economiche di Raiola rasentano il ridicolo: 6 milioni di euro. "Per un ragazzo di 18 anni? Ma stiamo scherzando?", la - comprensibile - presa di posizione dell'uomo della strada. Il balletto prosegue per settimane, mesi. Fino all'annuncio del rinnovo. È il 10 luglio 2017, nuovo contratto di quattro anni a sei milioni a stagione. Macché lordi: netti, sull'unghia.

Poco dopo, Donnarumma fa un'altra figuraccia. Dovrebbe dare l'esame di maturità, ma il bailamme mediatico di cui è protagonista lo convince ad andare via dall'Italia per una vacanza rigenerante a Ibiza con la fidanzata. Altre polemiche e un can-can che il 18 giugno, durante la partita degli azzurri contro la Danimarca durante gli europei Under 21 in programma in Polonia, si arricchisce di una nuova puntata. Nello spicchio di tifosi dell'Italia spunta lo striscione "Dollarumma". Dalla tribuna una pioggia di dollari finti gli finisce sulla testa. Lui non reagisce, ma il calciomercato impazza e i media lo accostano alle più importanti squadre europee. Anche la Juve. I milanisti non gradiscono e alla prima occasione lo contestano a San Siro. La storia d'amore sembra giunta al capolinea.

Poi qualcosa cambia. L'ambiente si tranquillizza, la società Milan - nonostante i due cambi di proprietà nel giro di nemmeno due anni - riesce a isolare il ragazzo dalle polemiche. Pian piano, Gigio riesce a tirarsi fuori dalle sabbie mobili. Qualche errore, certo, la notte buia del 10 maggio 2018, perché no, con il 4-0 della Juve in finale di Coppa Italia dovuto ad alcune assurde ingenuità. Ma Donnarumma ha la testa dura, è un campione nel vero senso della parola. Resiste sul Piave, scampando alla Caporetto e conquistando la sua Vittorio Veneto. L'uscita a farfalle nel derby d'andata di quest'anno è l'ultimo errore da matita rossa. Da allora Donnarumma è diventato una garanzia, l'"uomo in più" sorrentiniano che a Gattuso sta portando punti. Molti punti. Chi dice quattro, chi addirittura sette.

Oggi Gigio compie 20 anni. "Vent'anni tra milioni di persone, che intorno a te inventano l'inferno", sussurrava in una celebre canzone il cantautore Claudio Lolli. Bene, Donnarumma alle grinfie dell'inferno è riuscito a sfuggire. Dimostrando all'Italia e al mondo di essere uno dei migliori.

Tanti auguri Gigio, patrimonio di tutto il calcio italiano.

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