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Il ricco tennis ha scoperto i poveri tennisti

Il ricco tennis ha scoperto i poveri tennisti

Se vi ricordate che Novak Djokovic è stato il primo tennista a superare i 100 milioni di euro di premi vinti in carriera, capirete che definire il suo sport come fucina di poveracci sembra una follia. Ed invece non solo tutto ciò è vero, ma è pure certificato dalla federazione internazionale delle racchette che ieri ha deciso un cambiamento radicale delle regole d'accesso alla professione. Obbiettivo: dare a tutti i professionisti la possibilità di vivere col proprio lavoro.

Per un Djokovic - ma anche un Federer, Nadal o Murray - che si divide tra campo, allenamenti e bella vita, c'è dunque un esercito di tennisti che fa fatica a sfangare la giornata. Il croato Ivo Karlovic per esempio - un over 2 metri che ha basato la sua carriera ormai al tramonto sulle fucilate di servizio - raccontava che ad inizio carriera era costretto a frequentare alberghetti ad una stella aggiungendo al fondo del letto le valigie di cartone per riuscire a dormire. E come lui oggi ci sono migliaia di giocatori in una situazione del genere, protagonisti di tornei in circoli ai confini del mondo con strutture fatiscenti e palline da portare da casa. Così ecco che l'Itf ha fatto i conti: attualmente in 14.000 nel mondo disputano match professionistici e la metà di questi non percepisce neanche un dollaro dal montepremi.

Non parliamo del resto, ovvero di quelli e quelle oltre il numero 100 del mondo della classifica mondiale, costretti a gareggiare anche contro il conto in banca settimana dopo settimana viste le spese per trasferte, allenatori e fisioterapisti. E allora: il tennis ha scoperto che i tennisti sono poveri e corre ai ripari cambiando le regole. Dal 2019 verrà creato un Transition Tour che testerà le aspirazioni degli aspiranti campioni, con tornei su base locale per far risparmiare le spese a organizzatori e giocatori e un montepremi di primo livello. I migliori poi potranno entrare nel Pro Circuit, con la missione di avere 750 uomini e 750 donne al massimo che possano spartirsi in maniera più equa i soldoni dei grandi tornei. Dopo, per diventare davvero ricchi bisognerà fare uno sforzo in più, ma almeno con la carta di credito al sicuro si avrà la certezza di essere un vero professionista.

Magari non come Djokovic, ma almeno senza le valigie di cartone a fondo letto.

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