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Sarri: "La Juventus il premio per una carriera lunga. Napoli? Ho rispettato tutti"

Maurizio Sarri si è presentato alla Juventus ed è parso motivato e determinato: "In trent'anni di calcio non ho mai visto una società puntare così forte su di me. Lo scetticismo? Lo vincerò con i risultati e con il gioco"

Sarri: "La Juventus il premio per una carriera lunga. Napoli? Ho rispettato tutti"

Giorno di presentazione in casa Juventus con Maurizio Sarri che, in giacca e cravatta, ha risposto alle tante domande dei giornalisti presenti nella sala conferenze dell'Allianz Stadium. Il primo a prendere parola, però, è stato Fabio Paratici che in maniera stringata ha aperto le danze: "Siamo qui per dare il benvenuto a Sarri, nostro nuovo tecnico, con cui abbiamo sottoscritto un contratto triennale. Siamo molto contenti e ora gli lascio la parola. Trattativa lunga? Voglio ringraziare il Chelsea per la collaborazione, non è durata una vita questa trattativa, bisognava solo rispettare tempi e modalità. La nostra idea sul nuovo tecnico è sempre stata chiara e ringrazio la dirigenza del club inglese che si è dimostrata da subito aperta al dialogo".

Sarri ha poi rotto il ghiaccio: "Sono contento di essere qui oggi, sono a disposizione per tutte le vostre domande e curiosità e per dare le informazioni che posso dare". L'ex tecnico del Chelsea ha subito parolato del suo passato al Napoli: "Nella vita bisogna sempre avere le idee chiare sul percorso, quattro anni fa andai al Napoli e diedi tutto. Negli ultimi mesi del mio percorso, però, sentivo che non avevo più gli stessi stimoli, ho temporeggiato perché il dubbio era serio per me ed era tutto mio. Poi sono arrivate offerte di club italiani importanti ed è arrivata anche l'offerta del Chelsea e ho preferito passare in Premier per non andare direttamente dal Napoli ad un'altra squadra italiana. La mia esperienza in Inghilterra è stata bellissima ma nella seconda parte di stagione ho sentito il bisogno di tornare in Italia e la Juventus mi ha dato questa opportunità e l'ho colta, perché è il club più importante d'Italia".

L'ex Napoli ha poi elogiato la Juventus per la determinazione avuta per strapparlo al Chelsea riportandolo così in Italia: "Quando il club mi ha contattato la sensazione è stata forte. Non per il quando, per il come. Ho visto una società determinatissima. Mai visto in 30 anni una società così determinata e compattta nell'andare su un allenatore. L'atteggiamento di questi dirigenti di determinazine e compattezza". Sarri ha poi svelato gli obiettivi stagionali in maniera molto diretta ma cercando di tenere un profilo basso: "Mi aspetto di alzarmi la mattina e studiare il modo di vincere le partite. Non è dovuto. Se il risultato diventa dovuto, è una sconfitta certa. Chiaro che la Juventus ha l'obbligo di fare bene, è la favorita. In Champions la Juve ha l'obbligo di partire con l'obiettivo di vincere, ma in Europa ci sono 8-9 squadre che possono vincere. Le responsabilità sono più forti a livello italiano che europeo. La Champions è un obiettivo, un sogno con un coefficiente di difficoltà mostruoso".

Sarri ha poi mostrato l'orgoglio da allenatore che è da tanti nel mondo del calcio e che sta raccogliendo i frutti negli ultimi due anni: "Non è che passo dai dilettanti alla Juventus, il mio è stato un percorso lungo. Mi fa piacere essere qui. Mi dà emozione essere qui, ma il percorso è lungo e fatto di passi. Arrivo dal Chelsea, altro grande club chiaramente con meno storia della Juventus. Lo ritengo un ulteriore passo in avanti. L'emozione c'è ed è forte, ma non è quella di un allenatore che arriva dai dilettanti". Il toscano ha poi parlato di Cristiano Ronaldo: "Questa è un escalation nella mia lunga carriera, anche sotto questo punto di vista. Negli ultimi anni ho allenato giocatori forti anche al Chelsea ma qui si va al top mondiale. Cristiano è un ragazzo che ha quasi tutti i record del calcio mondiale. Mi paicerebbe fargliene battere altri. Mi piacerebbe incidere in questo".

L'ex Napoli ed Empoli ha poi parlato del presunto scetticismo nei suoi confronti: "Arrivo con scetticismo come dappertutto. Dall'altra parte è giusto che ci sia un minimo di rancore e scetticismo. Io conosco un solo modo per far ricredere tutti. Andare in campo, vincere e giocare bene". Sarri ha respinto al mittente le accuse di essere un traditore: "Il giocatore che deve convivere in un ambiente, lancia messaggi per convivere bene in quell'ambiente. Poi ci sono messaggi personali che dicono un'altra cosa. Io penso che nella vita ho rispettato tutti, perché ho datosempre il 110% per la maglia per cui ho lavorato. Questo è il rispetto. Sono scelte logiche, senza romanzarci sopra".

Sarri ha poi toccato l'argomento mercato ed è rimasto vago su Gonzalo Higuain: "Mercato? Parlerò con Fabio, a me interessa trasmettergli le caratteristiche di chi voglio. I nomi li conosce più lui. Il tempo di vedere i campionati in giro non ce l'ho. La competenza di Fabio è superiore alla mia. Higuain? Al Pipa voglio molto bene e penso che dipende da lui. Io ho l'obbligo di ascoltare e adeguarmi, visto che conoscono meglio di me i giocatori. A parte Higuain che conosco anche io". Il neo allenatore della Juventus ha poi chiuso su Aurelio De Laurentiis: "Non ci siamo sentiti, tutti credono che noi abbiamo un brutto rapporto ma io ringrazierò sempre Aurelio perché mi ha dato la grande opportunità di allenare la mia squadra del cuore da bambino. Qualche giocatore del Napoli mi ha scritto? Sono cose personali, non ve lo dirò nemmeno sotto tortura".

Il toscano ha poi parlato della stile Juventus e di alcune sue diatribe passate con il club bianconero e con alcuni suoi tifosi: "Non so cosa sia lo stile Juve, io ieri mi sono trovato a cena con amici, non con etichette o differenze. Certe cose le ho dette, certe le ho sbagliate, altre strumentalizzate, ho visto una polemica sulle maglie a strisce che stanno strumentalizzando perché in realtà si tratta di una litigata con Orsato dopo un Empoli-Milan. La questione del dito medio è un errore da parte mia, una reazione esagerata da parte mia, ma penso che fu spiegata da parte mia anche nel post partita. Io andai in sala stampa e dissi che avevo fatto un brutto gesto, un eccesso di reazione nei confronti di 15-20 stupidi, non nei confronti della Juventus. Non ho niente contro i tifosi della Juve, sono stato sempre in panchina in mezzo ai tifosi, poi se in mezzo a 45.

000 persone ci sono 10 stupidi che ti sputano e ti dicono 'terrone di me,,,', dovevo non reagire ma non li ritengo tifosi della Juventus".

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