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Setterosa, il bronzo stavolta è di... rigore

Dopo la beffa con l'Olanda, battuta l'Australia. Tiro decisivo di Garibotti

Setterosa, il bronzo stavolta è di... rigore

Un bronzo dolce come il miele. Il Setterosa ritorna infatti sul podio iridato dodici anni dopo i Mondiali di Barcellona 2003 (medaglia d'argento) e, questa volta, riuscendo a vincere contro l'Australia ai rigori, fatali invece in semifinale con l'Olanda. Entusiasta il presidente della Federnuoto Paolo Barelli: «Arrivare terzi senza aver mai perso una partita ai tempi regolamentari vale più di un bronzo. Peccato che questo risultato non valga per strappare il biglietto per Rio (occorrerà vincere l'Europeo a gennaio o passare dal torneo preolimpico). Ma meglio stare sul podio che sotto. Comunque – aggiunge Barelli – per la prima volta saliamo sul podio iridato in tutte le specialità».

Sotto 0-2, dopo un inizio titubante di match, le ragazze si riprendono. Dalla lunga distanza un incredibile gol di Di Mario permette poi all'Italia di allungare sul 5-3. Le aussie si rifanno sotto e pareggiano il match. Ma nel cammino dell'Italia ci sono nuovamente i rigori. Che lasciano questa volta un gusto molto dolce.

Il Settebello di Sandro Campagna stasera ha dunque un motivo in più per far bene, visto che come il Settorosa è impegnato nella finale per il terzo-quarto posto. Per gli azzurri la Grecia. E c'è in palio il pass per Rio 2016.

Giornata invece senza squilli per la Nazionale azzurra del nuoto di corsia. L'unico italiano qualificato alle finali di oggi pomeriggio è Marco Orsi, che ha stampato il quarto crono (21”86) nella semifinale dei 50 crawl, gara dalla quale è stato eliminato l'altro staffettista del bronzo iridato della 4x100 stile, Luca Dotto (argento a Shanghai quattro anni fa). «Il bomber (uno dei soprannomi di Orsi) è tornato – ha dichiarato il bolognese di Budrio -. La forma non è eccezionale, ma più gareggio e più mi sento bene». E ha aggiunto: «I primi tre (Nathan, Manaudou e Fratus) volano. Se sbagliano però...». L'Orso volante vuole lasciare un'altra impronta.

La Kazan Arena ha riservato parecchie sorprese: la prima volta di due sorelle sullo stesso podio mondiale (le australiane Bronte e Cate Campbell, oro e bronzo nella gara regina) e di cinque atlete a medaglia nella stessa prova, i 200 rana; sì perché la spagnola Vall, la danese Pedersen e la cinese Jinglin hanno conquistato il bronzo ex aequo alle spalle della rivelazione giapponese Watanabe e dell'americana Lawrence. A proposito di Usa, incredibile controprestazione della 4x200 statunitense (battuta dalla Gran Bretagna, Italia fuori in batteria e non ancora con il pass per Rio), sempre sul gradino più alto del podio dal 2003, anno in cui riuscirono a sbaragliare la concorrenza dell'Australia di due stelle del calibro di Thorpe e Hackett (quest'ultimo tornato alle gare e schierato in batteria). Tra i grandi del nuoto, infine, si è cimentata la giovanissima atleta del Bahrain, Alzain Tareq, che a soli 10 anni ha potuto disputare il suo primo Mondiale (nei 50 farfalla).

Non è un caso che abbia concluso all'ultimo posto le batterie.

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