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La Signora va a caccia della 10ª vittoria di fila. E di un po' di serenità

Sette successi in campionato, due in Champions ma da Ronaldo a Marotta e Allegri quanti guai

La Signora va a caccia della 10ª vittoria di fila. E di un po' di serenità

Torino Giorni strani, per la Juventus. Che domina in campionato (sette vittorie su sette) e non scherza nemmeno in Champions (due su due). Che magari oggi a Udine incamererà la decima vittoria in altrettante partite ma che fuori dal terreno di gioco respira un'aria strana. Quasi negativa. Di sicuro, da un po' di tempo a questa parte il mondo bianconero deve confrontarsi con situazioni non sempre e non solo positive. L'ultima delle quali riguarda ovviamente Ronaldo, protagonista di un ormai famoso presunto caso di stupro risalente al 2009: la società lo ha difeso via twitter giovedì sera, ieri è toccato ad Allegri prenderne le parti spiegando che «Cristiano sta bene ed è sereno, pur in un momento delicato. Lo conosco da tre mesi, ma sulle sue vicissitudini posso dire che nei suoi 15 anni di carriera ha mostrato grande professionalità e serietà dentro e fuori dal campo. Nella sua vita Ronaldo si è dedicato e si dedica molto al sociale: questo la dice lunga: per quanto riguarda il campo, invece, è pronto a rientrare». Nel frattempo, pare che il giocatore abbia deciso di affidarsi all'avvocato David Chesnoff per difendersi dalle accuse: in passato, il legale ha difeso personaggi come Paris Hilton, Mike Tyson, Andrè Agassi e Bruno Mars, segno che il portoghese non lascerà nulla di intentato per preservare la propria immagine. Sullo sfondo, come è inevitabile che sia, anche questioni economiche: alcuni sponsor hanno già fatto trapelare la propria preoccupazione (su tutti Nike), e ieri sera si è saputo che la EASports, leader nei videogiochi, ha oscurato CR7 come testimonial di Fifa 19. Intanto, in Borsa il titolo della Juventus ha perso in tre settimane il 25%, compreso il 5,1 di ieri.

Ronaldo, ma non solo. Perché anche l'addio a Marotta ha recentemente squarciato la serenità di un ambiente che pareva inattaccabile: invece, giù dal carro lui e punti interrogativi sparsi. Una gestione non proprio da Vecchia Signora nel senso bonipertiano del termine, ecco. Così come sono questi i giorni del prolungato sciopero del tifo (per il caro abbonamenti e biglietti, ma magari non solo), della squalifica della curva Sud per un turno di campionato a causa di cori razzisti (in quell'occasione sì che i gruppi del settore più caldo dello Stadium si sono fatti sentire) e dell'annunciata messa in onda da parte di Report di una puntata dedicata a rapporti «particolari» tra la società e lo stesso tifo organizzato. Anche sul campo qualcosa è andato storto: detto che la separazione da e di Buffon non è stata presa benissimo da tutti i tifosi, nell'attuale campionato la lunga squalifica di Douglas Costa (reo di avere sputato a Di Francesco) non è stata certo degna dello stile Juve. Infine, il rimprovero di Allegri a Bernardeschi («non siamo mica alla Fiorentina!» durante la partita contro lo Young Boys sul quale lo stesso tecnico è tornato ieri: «Non volevo sminuire nessuno. Però il peso specifico di ogni pallone che tocchi, quando giochi alla Juventus, ha un peso diverso rispetto a tutte le altre squadre e nel mezzo c'è anche la Fiorentina: un pallone può farti vincere o perdere una partita, un campionato o una Champions. Quando si gioca per vincere, è differente. Le energie che si sprecano alla Juve sono diverse rispetto a quelle spese altrove».

Così è e così sarà. Oggi, a Udine contro una squadra reduce da due sconfitte in fila, i bianconeri andranno intanto a caccia della decima: Ronaldo sarà al suo posto, Dybala probabilmente e Bentancur può dare riposo a uno tra Emre Can e Pjanic. «Ci aspetta una partita che rappresenta uno spartiacque importante, visto che poi ci sarà la sosta per le nazionali. Potrebbe anche esserci, ma non ci sarà, un po' di rilassamento».

Squadra avvisata, eccetera eccetera.

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