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Sinfonia di Verdi, Inter salva di rigore

Il Bologna mette alle corde i nerazzurri. Un penalty casuale non copre i problemi

Sinfonia di Verdi, Inter salva di rigore

nostro inviato a Bologna

L'Inter strappa un punticino nella trappola di Bologna. La squadra di Spalletti si salva con un rigore di Icardi dopo una partita interpretata malamente e giocata ancora peggio. C'è solo da salvare il pareggio e il secondo primato solitario di fila per una notte. Ma non è un "tredici", in termini di punti fatti, da ricordare per Spalletti che aveva avvisato i suoi dopo le difficoltà di Crotone superate con un pizzico di fortuna: «Se non stai attento la prossima volta ci cadi nella trappola». E quella della squadra di Donadoni a un certo punto è sembrato un trappolone per come si era messa la sfida con una prima parte dominata in lungo e in largo e una ripresa giocata subendo l'Inter solo a livello di pressione.

I rossoblu fanno sfumare il pokerissimo di vittorie dell'Inter, ma più della cinquina mancata a dover preoccupare è la seconda partita di fila che conferma un'involuzione sul piano del gioco. Se la squadra si salva e viene solo rimandata è per il risultato finale perché soprattutto il primo tempo dell'Inter è da bocciatura secca, senza appello. Eppure il professor Spalletti ai suoi alunni l'aveva detto: «Dopo i bei voti bisogna continuare a studiare altrimenti rischi di compromettere tutto». Evidentemente ai suoi il messaggio non è arrivato e comunque finiscono tutti dietro la lavagna. A partire da Joao Mario che dopo nemmeno un minuto liscia clamorosamente l'assist di Candreva al centro dell'area. L'Inter è tutta lì nei primi 45'. Perché il Bologna prende il comando delle operazioni, forte di una costante superiorità numerica in mezzo al campo dove Vecino prende il posto di Gagliardini. L'altro cambio rispetto a Crotone è Nagatomo per Dalbert. Ma il giapponese insieme a D'Ambrosio vive una serata difficile con Verdi e Di Francesco che fanno il bello e il cattivo tempo davanti al ct Ventura.

I due esterni di Donadoni imperversano e quando si accentrano fanno male: collezionano occasioni a ripetizioni, in particolare Verdi. La prima volta Handanovic ha la mano di ferro per respingere miracolosamente una botta ravvicinata, la seconda è impreciso il tocco ravvicinato del numero nove rossoblù che però poco dopo la mezz'ora piazza la stoccata con un sinistro chirurgico dalla distanza. L'Inter resta a guardare, Icardi che passa dal biondo platino alla rasata stile Cambiasso non è neanche lontano parente dell'attaccante "serpentesco" come lo ha battezzato da Spalletti. Per rivitalizzarlo nella ripresa la mossa è Eder per il gravemente insufficiente Joao Mario. Nella mediocrità l'Inter salva lo spirito di squadra. Per il resto i nerazzurri alzano il baricentro, mettono nella sua area il Bologna senza però creargli particolari problemi a parte una spizzata di Miranda che obbliga Mirante a intervenire dopo un'ora di gioco. Il possesso palla è sterile, le occasioni latitano per la cronica difficoltà nell'attaccare l'area. A raddrizzare la partita per i nerazzurri ci deve allora pensare l'ex Mbaye che con una colossale ingenuità atterra Eder in area per il rigore confermato anche dal Var. L'Icardi pelato nell'unico sussulto della sua partita ritrova il gol dal dischetto, il sesto in cinque partite, ma non nasconde i limiti dell'Inter.

Adesso non si può sbagliare con Genoa e Benevento per arrivare al derby sulle ali dell'entusiasmo.

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