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Sinner ora fa paura a tutti. "Io contro Jannik? Per me saranno guai..."

L'azzurro non lascia scampo (3 a 0) a Khachanov e nei quarti affronterà Rublev, che ammette la forza del rivale

Sinner ora fa paura a tutti. "Io contro Jannik? Per me saranno guai..."

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Solido, solidissimo, non perfetto ma inesorabile: il riassunto di Jannik Sinner nei quarti di finale è questo. E adesso? «Nei momenti di tensione cerco di mantenere una faccia da poker. Ma dentro sono un fuoco». Il ragazzo di San Candido è ormai diventato un uomo, maturo, pronto per la sua prima impresa. La partita vinta contro Khachanov dimostra che non c'è niente di scontato in un torneo dello Slam, eppure il tennis sa che il suo prossimo numero uno è a un passo da sbocciare definitivamente. «Non guardo ai record, penso solo a fare la mia storia personale», ha detto Jannik dopo il 6-4, 7-5, 6-3 di ieri mattina (nostra), eppure i libri di questo sport continuano ad aggiornarsi. Era dal 1977 che un italiano non arrivava tra i primi otto di un Major senza aver perso un set: prima di lui e tutti a Parigi Barazzutti, Beppe Merlo (1955) e Gianni Cucelli (1948). E questo punto del torneo Sinner ci arriva per la sesta volta come Panatta e Berrettini, e meglio di solo c'è solo Pietrangeli con 10, fuoriclasse di un tennis non ancora Open. Gli almanacchi ringraziano.

Ora ci sarà Rublev (4 a 2 per il Nostro, fin qui), un russo con la battuta di spirito a sempre pronta: «Jannik è un altro giocatore che ha avuto una stagione irreale l'anno scorso e risultati già sorprendenti quest'anno. Mi ha battuto l'ultima volta quindi non so cosa dire: sembra che io sia nei guai...». E dunque gli diventa impossibile sottrarsi alla domanda se davvero ci siamo, se la sua sicurezza sul campo, quella di un campione, sia davvero l'ultimo passo che doveva fare per vincere il tabù delle sfide sui cinque set: «Da fuori sembra abbastanza facile arrivare fin qui, invece è stato comunque difficile e sono felice di come ce l'ho fatta. Ma non sono contento di come ho servito per due set: nel giorni di riposo mi concentrerò su quello». L'insoddisfazione è un sintomo di grandezza, «il progresso è l'opera dell'insoddisfazione», come diceva Sartre. E di sicuro a Melbourne tutti ora si aspettano di vedere il nuovo Fenomeno Rosso sfidare in semifinale Djokovic, un altro che a poker non trasmette mai la verità: ha cominciato la settimana con grande difficoltà, si allenato lasciando per strada un paio di set, per arrivare poi a travolgere 6-0, 6-0, 6-3 Mannarino, uno che si lamenta di non trovare sparring partner per gli allenamento per tutti prendono il tennis troppo sul serio. Sicuramente Djokovic, che incontrerà Frit: «Non vedo l'ora di affrontare le prossime battaglie, mi ritirerò quando capirò di non poter più vincere uno Slam». Sicuramente Jannik: «Il mio segreto? Io sono semplice e facile. E vado a dormire presto».

E così, mentre aspettiamo il suo prossimo record, magari stamattina scopriremo che pure Jasmine Paolini ha ancora un sogno australiano da realizzare in un tabellone femminile in cui sono rimasti tanti vuoti da riempire.

Avremmo insomma così una coppia d'assi ancora sul tavolo di Melbourne, e si sa che a poker a volte questo basta per far saltare il banco.

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