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"Sinner come Tomba e Rossi ma è pronto per superarli"

A Monte Carlo oggi l'esordio di Jannik. La vincitrice del Roland Garros 2010: "Comunica umanità, è prezioso per i giovani"

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Aria di terra rossa. A Monte Carlo è già Masters, oggi l'esordio di Sinner contro Korda, ieri la sconfitta di Berrettini contro Kecmanovic 6-3 6-1, Djokovic che ha battuto 6-1 6-2 Safiullin, il ritiro di Alcaraz per l'infortunio al braccio, il ripescaggio di Sonego, oltre al n°1 della Federtennis Binaghi che ha annunciato le wild card a Roma per Fognini e Matteo. Quale miglior modo per restare in clima rosso di incontrare Francesca Schiavone, vincitrice dello slam parigino nel 2010 (finalista nel 2011). L'ex numero 4 al mondo Wta (best ranking per una tennista azzurra) ha presentato a Varese il suo progetto Schiavone Tennis Lab, «nato da un insieme di esperienze di gruppo per costruire un laboratorio con progetti su misura per professionisti e giovani, cercando di dare lustro alla parte sportiva ma soprattutto a quella umana» ha spiegato Francesca. Obiettivo? Aiutare la crescita del movimento in questo grande momento storico.

Cosa prova nel vedere questo boom della sua disciplina?

«È straordinario, parliamo di uno sport individuale, quindi con più difficoltà, ma nonostante questo oggi, attraverso l'esperienza che ci sta regalando Jannik, anche i ragazzini e le famiglie si stanno rendendo conto di quanto sia uno sport difficile, che dà tanta educazione e rispetto nell'affrontare la vita»

Roland Garros, quali sono le insidie per i nostri tennisti e come vede Sinner, l'anno scorso eliminato al 2° turno.

«Per loro è più difficile perché hanno un tennis predisposto per la velocità, per l'attacco, per rubare il tempo. Sulla terra devi avere più pazienza, logica, intelligenza, furbizia e tattica. Jannik ha trovato il modo di prendere la palla in salita e di farla uscire. Sbattere fuori l'avversario gli dà più possibilità di accelerare come sa fare. Servono pazienza e tanto fisico».

Sinner, esempio non solo per i suoi successi in campo.

«Ha la capacità di comunicare che in ognuno la parte umana è importantissima. Risponde sempre alla domande evidenziando il lato umano, mostrando divertimento e rispetto per la disciplina. È un esempio, può fare la differenza per i giovani. Avremo a che fare anche con lui nella crescita dello Schiavone Team Lab, gli auguro una grande carriera».

Sinner è a livello di Valentino Rossi e Alberto Tomba come capacità di attrarre interesse?

«Sì, e li supererà».

Da numero 2 al mondo ha nel mirino il trono di Novak Djokovic, che pare in calo.

«Stagione in calo? Questo dovrebbe chiederlo a lui che è super consapevole, sa dove mette i piedi, dove è ubicato. Ha ancora da dare, dipenderà da quanto fisicamente/mentalmente troverà le energie e le motivazioni per proseguire. Siccome ha eguagliato tutti i record possibili a questo punto sarà più una motivazione mentale che fisica».

Dopo un anno e mezzo Berrettini è tornato al successo trionfando all'ATP 250 di Marrakech, a Monte Carlo però ha perso male.

«Non è facile per Matteo, che è stato bravissimo a vincere perché la terra a Marrakech è più secca e quindi va più veloce. È un ragazzo molto intelligente pronto e disposto a mettersi nuovamente in gioco, andare oltre i propri limiti».

Tennis azzurro in pieno cambio generazionale.

«Ora spicca di più la parte maschile rispetto a qualche anno fa quando c'eravamo io, Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Sara Errani.

Adesso la differenza tra le italiane ed il resto del mondo bisognerebbe colmarla attraverso risultati, allenamenti specifici riuscendo a trovare l'atleta che può fare la differenza negli slam».

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