Sport

Sla, la "malattia dei calciatori" che ha portato via anche Anastasi

Anche Pietro Anastasi, l'ex capitano della Juve scomparso in queste ore, sarebbe morto di Sla. Ultima vittima di una malattia, la Sclerosi laterale amiotrofica, che ha portato via molti suoi colleghi. Di cui ancora non si conoscono le cause

Sla, la "malattia dei calciatori" che ha portato via anche Anastasi

Sembrava che avesse un cancro, Pietro Anastasi. Sotto, però, c'era qualcosa di più. Lo spettro che si aggirava attorno al fascio di muscoli dello storico attaccante della Juventus e della Nazionale - scomparso venerdì sera a 71 anni - aveva un altro nome: Sla, sigla che racchiude in sole tre lettere una delle più micidiali malattie neurodegenerative in assoluto: la Sclerosi laterale amiotrofica.

Detta anche morbo di Lou Gehrig, dal nome del giocatore di baseball americano che per primo ne soffrì, tra gli anni Trenta e Quaranta, la Sla avrebbe mietuto con la sua falce l'ennesima vittima tra gli sportivi.

Nel dicembre 2018 Anastasi, intervistato da Tuttojuve, aveva parlato genericamente di "tumore". Tuttavia, come scrive la Gazzetta dello Sport, a sfibrare l'imponente fascio di muscoli del mitico Pietro u turcu sarebbe stata proprio la "stronza", soprannome che le aveva affibbiato Stefano Borgonovo. Ex giocatore della Fiorentina e grande amico di Roberto Baggio, Borgonovo è stato il primo a bucare il velo di omertà attorno alla Sla, la malattia che prima di lui aveva condannato a morte diversi altri suoi colleghi.

Come l'ex capitano del Genoa, Gianluca Signorini. "Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso. Vorrei urlare con voi canti di gioia, ma non posso", il messaggio che il più grande libero della storia del Grifone aveva indirizzato ai suoi (ex) tifosi, i quali avevano riempito lo stadio di Genova per fargli sentire la loro vicinanza. Quel messaggio era stato letto dai familiari del campione, ormai impossibilitato a muoversi, a compiere qualsiasi gesto a causa della malattia. "Stronza" proprio perché invalidante, al punto da immobilizzare a letto chi ne soffre. Fino alla fine.

È successo a tanti, troppi ex calciatori. Impossibile ricordarli tutti. Armando Segato, Ernst Ocwirk, Guido Vincenzi e Fulvio "Fuffo" Bernardini sono i nomi più celebri di una lista in continuo aggiornamento. A provocarla potrebbero essere alcune concause: predisposizione genetica, traumi alle gambe e al capo, eccessi di fatica e abuso di medicinali, fino ai pesticidi e ai diserbanti utilizzati in passato per la manutenzione dell'erba dei campi degli stadi. La connessione tra Sla, pesticidi e diserbanti è stata confermata dal dottor Adriano Chiò, uno dei massimi studiosi italiani del morbo, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Nel nostro Paese la comunità più colpita è quella dei calciatori: a seguire gli agricoltori, attaccati il doppio rispetto alla media".

Infatti, pur essendo conosciuta come la "malattia dei calciatori", la Sla può colpire chiunque. Anche se un recente studio dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" IRCCS ha dimostrato che chi gioca a pallone ha il doppio delle possibilità di ammalarsi di Sla. Rischio che aumenta di sei volte per coloro che hanno il "privilegio" di farlo in Serie A.

Negli ultimi giorni, il legame tra calcio e Sla ha psinto la Scottish Football Association (la Federcalcio scozzese) a proibire ai ragazzini con meno di 12 anni di colpire il pallone di testa. Provvedimento che ha fatto discutere, frutto della ricerca della Stirling University di Glasgow per la quale ci sarebbe un'evidente correlazione tra la salute dei calciatori e il colpo di testa. Molti studiosi sono convinti che praticare sport ad alto livello, in particolare il calcio, favorisca l'insorgere di malattie neurodegenerative.

Per le quali ancora non esiste cura.

Commenti