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Spalletti si chiude a chiave. E la Signora va a sbattere

La Juve all'assalto, ma ricava solo una traversa di Mandzukic. I nerazzurri non osano, ma resistono

Spalletti si chiude a chiave. E la Signora va a sbattere

nostro inviato a Torino

Niente fuochi d'artificio tra Juventus e Inter. Finisce zero a zero una partita che la Signora ha provato a vincere fino in fondo, ma ha finito per sbattere contro il muro della capolista, che ha fatto troppo poco per dare almeno l'impressione di provare a vincere. Per Allegri la conferma di una squadra in crescendo, che però non trova il gol dopo quarantacinque partite di fila, record per il campionato, e deve così rinunciare al sorpasso sulla storica rivale che si presentava a Torino da prima della classe dopo otto anni. Per Spalletti non è assolutamente una bocciatura perché ha sofferto il giusto, neanche troppo, ma se alla vigilia aveva chiesto ai suoi una prestazione diversa rispetto allo zero a zero di Napoli, è stato ripagato con la stessa identica moneta. Infatti i nerazzurri non hanno mostrato la convinzione di poter vincere in casa dei bianconeri, accontentandosi del punticino. Inter rimandata da questo punto di vista, ma convincente per la solidità difensiva di fronte alla quale non è da meno quella ritrovata della Juventus, che per la quinta gara di fila non subisce gol.

Alla fine vincono le difese di due squadre che si giocheranno lo scudetto fino alla fine e il risultato è un derby d'Italia poco entusiasmante nonostante le attese. Nessuno spacca l'equilibrio e si riduce a una partita a scacchi tra i due allenatori che provano la mossa a sorpresa. C'è Mandzukic e non Dybala tra i bianconeri: la Joya è nel momento più difficile da quando è alla Signora per stessa ammissione dell'ad Marotta. L'altro grande assente è Buffon che sfida il freddo pungente e segue tutto il riscaldamento dei compagni in campo con addosso solo il maglione. Invece Spalletti non vuole lasciare nulla al caso e va di persona a tastare le condizioni del campo. Prova a dare scacco scegliendo Brozovic trequartista (sarà suo l'unico tiro degno di nota). La squadra di Allegri è tatticamente perfetta toglie linee di passaggio e respiro agli avversari. Quella di Spalletti si limita invece a uno sterile tic toc che darà anche il possesso palla, ma quando ce l'hanno Borja Valero e soci non sembrano aver molte idee su cosa farne. La Juve invece cresce con il passare dei minuti trascinata da Mandzukic nel bene e nel male: il croato è travolgente per la disponibilità sacrificio, ma quando si tratta di colpire non è freddo come dovrebbe. Almeno due volte grazia Handanovic e sulla terza scheggia la parte alta della traversa nel primo tempo, nella ripresa addirittura è due volte goffo nel mancare un controllo e nel scivolare al momento del tiro. Si può dire che le occasioni della Juve capitino proprio sul piede del giocatore sbagliato.

Non si vede tra le due una differenza di freschezza fisica nonostante l'Inter abbia il presunto vantaggio di non fare le coppe. Ma la Juventus dopo aver faticato fisicamente per tre mesi è in crescendo e aiuta anche la scelta di Allegri di aggiungere un centrocampista in più (Matuidi) per un più equilibrato alberello di Natale che già aveva convinto nel sacco di Napoli firmato da Higuain. Ecco se c'è uno che stecca nella notte bianconera è proprio il Pipita che non trova mai il guizzo. Non è proprio serata da nove perché Icardi non si accende mai tranne una volta quando il suo sinistro debole è toccato con la mano da Benatia, giudicata involontaria perché il difensore è in caduta. Il primo Juve-Inter non necessita dell'intervento del Var. Perisic, che con Candreva non hai trovato un guizzo, prova addirittura a infilare Handanovic. Poi il diagonale di Khedira è l'ultima vera grande occasione. Allegri prova a vincerla fino in fondo mettendo anche Dybala, ma non riesce a sbloccarla. L'Inter senza fare un tiro in porta strappa un punticino che sembra d'oro perché la tiene in testa per un'altra notte, ma il Napoli oggi può tornare davanti a tutti.

La Juve, dopo gli azzurri di Sarri, non batte la seconda capolista di fila, ma per quanto visto ieri contro i nerazzurri di Spalletti, è ancora la squadra da battere.

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