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Steven Zhang-Pioli: un abbraccio che sa di addio

Dopo il ko di Firenze è iniziato il casting per la panchina: Spalletti si fa avanti, Silva la novità

Steven Zhang-Pioli: un abbraccio che sa di addio

L'abbraccio di Steven Zhang a Stefano Pioli nel parcheggio del Franchi sabato notte potrebbe essere stato l'inizio di un lungo addio. L'allenatore dell'Inter in un mese si è praticamente giocato la panchina della squadra per cui tifa: dal 2-2 del 18 marzo in casa del Torino al 5-4 in trasferta a Firenze del 22 aprile. I tredici gol subiti nelle ultime cinque esibizioni sono una sentenza capitale per Pioli. Stavolta l'ha detto lui: «Abbiamo smesso di essere squadra». Quando gli era stato fatto notare alla vigilia del derby, il tecnico di Parma aveva risposto con ben altro piglio. Cambiano rapidamente le cose in casa Inter, ma il risultato sembra essere lo stesso. E a pagare «in questi casi purtroppo è sempre l'allenatore», l'amara riflessione di Mauro Icardi dopo l'inutile tripletta alla Fiorentina. Capitano atipico l'argentino, al quale si può chiedere di trascinare la squadra con la cosa che sa fare meglio, cioè il gol, ma non di essere leader a parole. Di sicuro in questa stagione è stato un'eccezione in un fallimento a tutti i livelli. Questo è un gruppo che non ha figure carismatiche, che anzi ha qualche mezzo giocatore di troppo. E di pari passo c'è una società che, alle prese con un cambio di proprietà, non è riuscita a puntellare i momenti di difficoltà. Prima con Mancini, poi con De Boer e adesso con Pioli. Quasi che la delegittimazione partisse proprio dall'interno.

Le diffuse debolezze scatenano la caccia alle cosiddette figure forti. Per la panchina il profilo ideale sarebbe quello di Simeone, anche se l'Atletico Madrid ha fatto capire che non esiste al momento nessuna possibilità che il Cholo lasci la Spagna. Ma Simeone potrebbe rimettere ordine in uno spogliatoio del genere e soprattutto far rendere al meglio giocatori più o meno all'altezza della maglia che indossano. Ci vuole una guida determinata per un gruppo che fatica a far emergere valori morali e anche tecnici.

Come Antonio Conte che è il nome destinato ad accompagnare il tormentone da qui alla scelta definitiva della guida per la prossima stagione. La via italiana con maggiori possibilità attualmente è quella di Luciano Spalletti. L'allenatore della Roma già da qualche settimana ha fatto arrivare indirettamente messaggi di apertura, una disponibilità a prendere in mano la situazione schizofrenica dell'Inter. Nell'eventuale secondo casting di Suning per la panchina, l'outsider sarebbe Marco Silva, allenatore dell'Hull City.

Per quanto riguarda la società (dopo il fresco rinnovo del ds Ausilio) come anticipato dal Giornale la mossa è il ritorno di Gabriele Oriali, che avrebbe il compito di fare da collante tra squadra e club. L'attuale team manager azzurro rientrerebbe così in società dove i vertici potrebbero definitivamente delinearsi entro l'estate. In settimana arrivano a Milano Zhang Jindong ed Erick Thohir. L'attuale presidente dell'Inter ha ancora il trenta per cento di quote, ma anche queste potrebbero passare ai cinesi. A quel punto il primo nome per la presidenza sarebbe quello del rampollo di Suning, Steven Zhang. L'abbraccio a Pioli il primo atto di una sofferta decisione.

Ma con un'altra rovinosa caduta con il Napoli (dopo due giorni di riposo, potrebbe esserci un altro ritiro anticipato), la guida della squadra per le ultime quattro giornate potrebbe essere di nuovo affidata a Stefano Vecchi.

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