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Ter Stegen, il "pendolare" fra i pali

Il portiere ogni giorno al campo in metrò: «Un berretto giù fa miracoli»

Ter Stegen, il "pendolare" fra i pali

La stazione di partenza è Passeig de Gràcia, nell'omonimo quartiere dal carattere bohémien, quella di arrivo Sant Joan Despí, a due passi dalla Ciutat Esportiva Joan Gamper, il centro d'allenamento del Barcellona. La linea verde della metro catalana trasporta da qualche mese un passeggero illustre, il portiere tedesco Marc-André ter Stegen. Galeotta la foto scattata da un tifoso azulgrana con il telefonino, messa in rete e diventata virale. Non c'è stato alcun accordo, nessuna trovata pubblicitaria, nessun esibizionismo da presunti duri e puri della politica, ter Stegen utilizza i mezzi pubblici per andare al campo d'allenamento, lasciando la sua Audi SQ5 nel garage. «Addentrarsi nel traffico di Barcellona mi farebbe perdere troppo tempo - ha raccontato il 26enne portiere - vivo a pochi passi dalla fermata Passeig e durante il tragitto posso ascoltare musica, leggere un libro e rilassarmi. I tifosi? Non sono invadenti, e un berretto da baseball con la visiera calata sul viso fa miracoli...». Un po' come i miracoli che dispensa in area di rigore e che consentono al Barcellona di guidare la classifica, nonostante il recente, e per certi versi clamoroso, ko con il Betis Siviglia. Il ter Stegen pendolare accende il sacro fuoco del calcio romantico e porta alla mente precedenti illustri che si perdono nella notte dei tempi. La metro diventa una sorta di livella sociale, che mette tutti sullo stesso piano, come accadeva ai giocatori del Grande Torino. Campioni come Valentino Mazzola, Bacigalupo o Maroso si muovevano in tram, raggiungendo con la linea 8 il Filadelfia, palcoscenico delle imprese immortali. Va anche detto che gli stipendi dei calciatori dell'epoca non consentivano ancora agli assi del pallone di potersi permettere un ritiro in ville faraoniche e macchine sportive. Per questo motivo uno come Loik arrotondava vendendo vernici. ter Stegen si limita a colorare i sogni azulgrana in una stagione dove sembra che le grandi di Spagna stiano facendo di tutto per perdere il titolo. «In realtà le avversarie sono più competitive e la forbice tra noi e gli altri si è notevolmente ridotta».

Dal 2014 al Barcellona, dove ha sostituito Victor Valdés, ter Stegen è considerato all'unanimità uno dei migliori portieri al mondo, anche se in nazionale è costretto a pagare il dualismo con il monumentale Neuer. La sua nazionale è il Barça, con cui ha vinto 3 scudetti, 6 coppe nazionali, un Mondiale per Club e una Champions League.

Bottino che non gli impedisce di sentirsi umano e di obliterare il biglietto della metro.

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