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Tutti i guai di Spalletti dalle fatiche di Politano alle voglie di Perisic

Nerazzurri ridimensionati da una vittoria in sei partite. E la Champions è a rischio...

Tutti i guai di Spalletti dalle fatiche di Politano alle voglie di Perisic

La Juventus ha chiuso il mese nero di Spalletti. Dal pareggio con il Barcellona alla sconfitta dell'Allianz Stadium, in trentuno giorni solo una vittoria in sei partite, contro il Frosinone. Fa specie che, tolto il tonfo di Bergamo contro l'Atalanta, il risultato non sia arrivato nonostante prestazioni considerate buone come quelle contro il Tottenham, la Roma e appunto la Signora. Adesso l'Inter rischia di compromettere la sua stagione a Natale. Il meno quattordici dalla Signora assomiglia a una sentenza, mentre martedì contro il Psv Eindhoven vincere potrebbe non bastare. Sfida da giocare senza Nainggolan e con un punto interrogativo sulle condizioni di Vecino, tenuto a riposo precauzionale con la Juventus per un problema muscolare, ma portato comunque in panchina. Ma l'Inter non è padrona del proprio destino perché una vittoria del Tottenham significherebbe ricadere in Europa League e dire addio agli ottavi di Champions che erano alla portata dopo il doppio confronto con il Barcellona orfano di Messi. Ma a Wembley come a Torino è mancato il coraggio quando è stato il momento di lasciare il segno.

E in questo le scelte di Spalletti hanno avuto il loro peso specifico. Il bistrattato cambio Politano-Borja Valero poteva avere la sua logica, considerata la mancanza di qualità denotata dal centrocampo nerazzurro al cospetto di quello bianconero. Ma quella mossa è come se avesse mandato in corto circuito la squadra, tralasciando che il gol di Mandzukic nasce proprio in quella zona di campo e da un movimento difensivo errato. Christian Vieri sta con il tecnico interista: «E' forte, ma non è Harry Potter». Invece il mago di Certaldo ha abbozzato: «Politano l'ho dovuto togliere perché fatica a recuperare e martedì c'è il Psv. E poi avevo bisogno di palleggio». Ma soprattutto ha sottolineato gli errori da matita rossa dei suoi: «Sbagli tecnici banali e incapacità di mantenere il livello di cazzimma costante». L'Inter ha preso coscienza di una distanza ancora consistente dalla Juventus, soprattutto in fatto di mentalità. I nerazzurri non hanno ancora fatto questo cambio di marcia mancando la vittoria nei collaudi, per dirla alla Spalletti, e adesso si giocano il futuro perché il Psv potrebbe indirizzare anche le riflessioni sul progetto.

A trecentosessanta gradi. Perché ci si aspetta una risposta da Ivan Perisic, finora la controfigura del giocatore conosciuto. Non segna dal primo di settembre, soprattutto sembra essere rimasto in Russia, al Mondiale, oppure ha la testa nel suo sogno ribadito nei giorni scorsi: «Voglio giocare in Premier League. Spero che i tifosi nerazzurri capiscano». Più facile comprenderlo se intanto non facesse mancare il suo apporto fondamentale. Un lusso che i nerazzurri non possono permettersi. Va bene rifiutare l'etichetta di anti-Juve anche con i fatti, il meno quattordici, ma adesso c'è pure il rischio di ritrovarsi questa sera il Milan a un punto. E se dovesse finire male la Champions, all'Inter i processi sarebbero inevitabili.

DPis

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