Sport

Ultimatum dei soci. E Mr. Li va in tilt

Il patron prepara una lettera di risposta, ma alla fine la blocca

Ultimatum dei soci. E  Mr. Li va in tilt

Franco Ordine

Yonghong Li, l'azionista di maggioranza e presidente del Milan, è sotto assedio. Da ultimo persino i piccoli azionisti, quelli che avevano festeggiato la fine dell'era Berlusconi, gli hanno rivolto un ultimatum per fargli sapere che «il tempo è scaduto» e che ha una sola exit strategy, rifinanziare il debito con Elliott, rassicurare l'Uefa oppure farsi da parte cedendo il passo al fondo americano Elliott che ha già in pancia un credito del valore di 303 milioni più interessi da vantare nei confronti del broker cinese. Negli ultimi giorni il cerchio si è stretto attorno a Yonghong Li. Da una parte è arrivato il rinvio a giudizio dell'Uefa con la minaccia, concreta, che si possa giungere addirittura a perdere la qualificazione in Europa league conseguenza diretta dei dubbi sulla tenuta economico-finanziaria da parte dell'azionista.

I contatti diplomatici avuti nei giorni scorsi dallo stesso Fassone con Nyon hanno fatto capire all'ad rossonero che il rischio di una clamorosa punizione, in passato decisa solo nei confronti della Dinamo Mosca, è concreto. Non solo. Ma sempre Fassone ha lamentato, in privato, la mancata difesa da parte del calcio italiano che si è ritrovata, proprio in queste settimane, senza presidente federale e con Malagò commissario della Lega che ha definito concluso il suo mandato qualche ora fa.

Il cda, riunitosi nei giorni scorsi a casa Milan, ha reclamato l'arrivo dall'azionista di una cifra di 40 milioni divisa in due rate: 10 milioni subito, questione di giorni, altri 30 invece per la fine di giugno, indispensabili per chiudere il bilancio e soddisfare le necessità di cassa. Il giudizio dell'Uefa non è una questione secondaria. Avrà ricadute soprattutto sul mercato e sulle scelte da fare prima del raduno (9 luglio) anche se lo stesso Fassone ha rassicurato i tifosi sostenendo che l'eventuale esclusione dall'Europa league modificherebbe di poco i piani («farò a meno di 20 milioni nel budget» la sua dichiarazione in materia). Per tutti questi motivi, il management milanista ha sollecitato una dichiarazione proveniente dal presidente, indisponibile nelle ore precedenti.

Ieri sembrava che finalmente il broker cinese avesse rotto gli indugi e deciso di scrivere una lettera a tifosi e azionisti rossoneri. La notizia, rilanciata da un sito, ha cominciato a fare il giro del web nel primo pomeriggio. Un testo ha cominciato a fare la spola tra Cina e Milano prima di rientrare definitivamente nel cassetto.

A dimostrazione che Yonghong Li è nell'angolo e che non è in grado d'indicare in pubblico una soluzione per tirare fuori il Milan dai guai.

Commenti