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"Volley spot per le donne. La rottura Mazzanti-Egonu? Il ct avrà le sue ragioni"

Intervista a Daniele Santarelli. Con la Serbia ha vinto il mondiale, con la Turchia l'Europeo. E si considera allievo del coach azzurro

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Daniele Santarelli è il re Mida della pallavolo. Campione del Mondo in carica con Conegliano e con la Serbia, al primo anno sulla panchina della Turchia ha conquistato Nations League e Europeo, arrivando a detenere tutti i maggiori titoli per club e nazionali.

Tre sfide con l'Italia nel 2023: tre vittorie e gli ori in Nations e all'Europeo.

«Giocare contro l'Italia non è mai facile, soprattutto nella semifinale di un Europeo. Finora mi era sempre andata male, questa estate ho invertito il trend, anche se da italiano fa male dover battere la Nazionale».

Partita ribaltata quando l'Italia pareva averla in pugno: cos'ha detto alle sue ragazze nel quarto set?

«Solitamente sono un coach molto emozionale, e la Turchia amplifica questo aspetto perché molte vivono le partite come me. Quando ho visto la squadra nervosa e incapace di eseguire come sa, mi sono comportato all'opposto: andando contro la mia natura mi sono tenuto tutto dentro, provando a trasmettere tranquillità e alcune indicazioni che ritenevo giuste. Il resto lo hanno fatto le ragazze, sono state straordinarie».

In pochi mesi due imprese storiche, per una squadra che non aveva mai vinto.

«Ho accettato l'incarico perché ero convinto che la Turchia fosse vicina a ottenere qualcosa di importante. L'aggiunta di Vargas è stata fondamentale, in Nations abbiamo sperimentato tante soluzioni e trovato la quadra e contro la Polonia ho capito che avremmo potuto vincere l'Europeo. Ci siamo riusciti rimontando sia l'Italia che la Serbia: due prove di forza che mi hanno reso molto orgoglioso. Questa esperienza mi sta dando tanto, anche fuori dal campo. Il popolo turco vive tutto in maniera esasperata, sia nell'entusiasmo che nelle delusioni, e ci sostiene con un calore incredibile. La pallavolo, soprattutto quella femminile, è uno degli sport nazionali. E credo che uno dei messaggi che si vogliono veicolare attraverso il volley riguardi proprio la condizione femminile: c'è voglia di dimostrare che, anche qui, le donne possono ricoprire un ruolo importante».

Daniele Santarelli e le atlete della Turchia

Boskovic, Egonu, Vargas: chi è la più forte?

«Paola è forse l'attaccante più forte al mondo, capace di vincere le partite da sola e di prendersi le responsabilità nei momenti cruciali. Boskovic è più leader e più completa, anche se coi club finora non ha raccolto molto. Vargas invece ha una storia particolare: è cresciuta a Cuba, si è persa per un infortunio e ha girato in campionati di secondo livello prima di affacciarsi alla ribalta mondiale. E aggiungerei anche Haak, più sfortunata non avendo una nazionale all'altezza per competere al top. Ognuna di loro mi ha insegnato tanto, quando chiuderanno la carriera potremo tracciare una linea e vedere chi è stata la migliore».

Per Egonu un'altra estate di polemiche.

«Conosco bene lei e Mazzanti, di cui sono stato vice e che è stato un po' il mio maestro, e mi spiace per entrambi che si sia creata questa situazione. Paola è impulsiva ma è una giocatrice fenomenale, pensare a un'Italia senza di lei è utopia: contro di noi ha fatto 24 punti in tre set e mezzo, alla faccia di chi diceva che non fosse importante per la Nazionale. Se Davide ha fatto certe scelte avrà avuto i suoi motivi, spero che la situazione si normalizzi. Intanto, il ritorno di Paola in Serie A alzerà ancora di più il livello del campionato».

Ci pensa alla panchina azzurra?

«La Nazionale è il sogno di qualsiasi

sportivo, ma sono felicissimo di essere il ct della Turchia e il coach di Conegliano: lasciare un club dove mi sento a casa al momento non è un'opzione. L'azzurro è un'ambizione meravigliosa, ma un pensiero ancora lontano».

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