da Roma
Torneranno quelle estati nelle quali i ragazzi «rimandati a settembre» si portavano il libro in spiaggia? Forse sì, non è ancora sicuro. Ma quel che è certo è che la scuola secondaria italiana produce un numero elevato di studenti con una preparazione lacunosa, soprattutto in matematica. Solo in pochi casi si riesce a colmare il debito formativo.
E così il ministro della Pubblica istruzione, Beppe Fioroni, dopo aver presentato una serie di dati sconfortanti sugli scrutini, ha adombrato la possibilità di tornare al vecchio esame di riparazione. Non prima di aver verificato il successo dei corsi di recupero per i quali sono stati stanziati 30 milioni di euro aggiuntivi.
Dati sconfortanti. LUfficio di statistica del ministero ha analizzato un campione comprendente circa il 60% degli alunni che frequentano i primi quattro anni dei licei e degli altri istituti di secondo grado. Nel passato anno scolastico l86,3% è stato promosso (86,9% nel 2005-2006), ma il 41% è passato alla classe successiva con un debito. Ossia 2 studenti su 5 «zoppicano» in una o più materie.
Caos-matematica. Lambito disciplinare più ostico da Bolzano a Canicattì è la matematica. Il 44,2% degli ammessi con debito ha problemi con formule e figure geometriche. Si tratta di un dato omogeneo su tutto il territorio nazionale (44,8% al Nord, 44,4% al Centro e 43,2% al Sud). Problematico anche lapprendimento delle lingue straniere (32,7%) e della letteratura italiana (14,3%).
Crisi della scuola?. Il vero dato preoccupante, tuttavia, appare la debolezza degli studenti nelle materie caratterizzanti il proprio indirizzo scolastico. Nel liceo scientifico il 51,6% ha dimostrato carenze in matematica, al classico il 40% circa ha avuto problemi con il latino e al linguistico il 64% ha accumulato debiti in letterature straniere. Idem negli istituti tecnici dove il 32,4% degli alunni ha denotato lacune nelle materie tecnico-professionali. Le risposte possibili sono due: o la maggioranza degli alunni ha sbagliato scelta oppure è la scuola a non funzionare. Come ha rilevato Fioroni, «solo il 25% dei debiti vengono recuperati con i corsi perché solo il 60% degli studenti li frequenta».
I rimedi del ministro. «Ho stanziato 30 milioni aggiuntivi - ha detto il ministro - per i corsi di recupero. Se dovesse perdurare questa situazione, credo di dover mettere mano al ripristino degli esami di riparazione perché cè la necessità di avere una data certa per sapere se il debito è stato superato». A dodici anni dalla loro soppressione potrebbero tornare gli esami di riparazione nei licei. A settembre, infine, si insedierà una Commissione nazionale di esperti per superare la crisi delle materie scientifiche. Un altro comitato pubblico per fare fronte a un problema che riguarda tutta listituzione-scuola poiché, come ha spiegato Fioroni, il 37% degli alunni di scuola media passa lesame finale con il voto «sufficiente».
La politica. La sortita del ministro non poteva non avere ricadute politiche. «Lesame di riparazione a settembre scaricherebbe tutto di nuovo sulle spalle delle famiglie», ha osservato Giovanna Capelli (Prc) auspicando «un insegnamento pomeridiano anche individuale» per recuperare i debiti formativi. Insomma, un doposcuola pubblico. Contrario anche Giuseppe Valditara (An) perché gli esami di riparazione richiedono corsi di riparazione altrimenti solo i «figli di papà» potranno andare a lezioni private riuscendo a recuperare. Favorevoli Paola Goisis (Lega) e la Uil, mentre Cgil e Cisl sono sul fronte opposto.
Disastro evitabile?. Le indagini Pisa dellOcse, ha ricordato Francesco Pasquali (Fi), da circa 10 anni rivelano che la preparazione degli studenti italiani è al di sotto della media dei Paesi sviluppati, non solo in matematica ma anche in scienze e in lettura nonostante lelevato numero di docenti e di ore di lezione.
Studenti, due su cinque sono da rimandare
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