Gioia Locati
Un corteo senza partenza e con la «zona rossa». Ma forse sarebbe meglio dire senza regole. Perché gli studenti dei collettivi che hanno scelto di protestare questa mattina - per lennesima volta - contro la riforma Moratti non accettano il percorso tracciato dalla questura. E promettono «fuoco e fiamme» (fuor di metafora: occupazioni e provocazioni). «La zona rossa va violata» dicono, «ostacolare la libertà di movimento è anticostituzionale» rincarano. A scatenarli il divieto di radunarsi in largo Cairoli. «Dalla questura ce lo hanno comunicato soltanto un giorno prima della manifestazione - ha dichiarato Luca dei collettivi -. Non possono toglierci questa piazza che da dieci anni è il simbolo delle partenze dei nostri cortei: è un luogo che ha un significato politico. Poi ci sono i problemi organizzativi: sono settimane che nelle scuole si prepara questa marcia». Morale? «In Cairoli ci andremo comunque, ci saremo tutti e saremo arrabbiati. Ne vedrete delle belle».
Il serpentone non taglierà il centro, visto che cè un cantiere in via Cusani ma percorrerà la cintura che da Cadorna a via Carducci porta a Molino delle Armi, attraversando via Larga con arrivo in piazza Fontana. Questo sarebbe il tracciato concordato con la questura. Ma di fatto le digressioni sono già state annunciate. «Faremo un pre-raduno in via Festa del Perdono, davanti alla Statale - hanno anticipato gli universitari del gruppo Unisurfers -. Da lì ci sposteremo in Cairoli». I cittadini sono avvisati: un corteo in pieno centro ci sarà lo stesso. Caos in vista e anche occupazioni. A rischio le mostre e i musei della zona.
«Durante la manifestazione continueremo a rivendicare il libero accesso alla cultura - hanno dichiarato -, non ci basta riconquistare gli spazi dentro le scuole come facciamo durante le occupazioni, vogliamo anche la possibilità di visitare le mostre gratuitamente. Vogliamo invertire la tendenza del carocultura e non ci limitiamo a chiedere, ma rivendichiamo e agiamo per ottenere quello che ci aspetta». Un altro bersaglio è indicato in chi organizza gli stage «e sfrutta gli studenti» «e di fatto è complice della Moratti».
Il grido «Saperi liberi, persone libere» accomuna la protesta in altre 80 città, è nato durante un forum studentesco a Porto Alegre in Brasile due anni fa. Ogni città ne dà una propria interpretazione. Quella che tocca a Milano va in scena stamattina.
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