Piuttosto che occupare, ristrutturare. Se il problema di fondo sono i soldi, gli studenti stessi possono far evitare spese importanti alle casse degli atenei. Basta armarsi di pennelli, spatole, martelli e trapani. «Se lo Stato ci taglia i fondi contro gli sprechi, noi dimostriamo come è possibile risparmiare». Questo lo spirito con cui quaranta studenti di Architettura delluniversità La Sapienza di Roma hanno dato vita a una forma di manifestazione «costruttiva». Anzi, conservativa: invece di protestare con le occupazioni contro la legge 133, hanno deciso di darsi da fare come muratori e mettere a nuovo le aule della loro facoltà armati di tutti gli arnesi per essere dei perfetti studenti-operai. «Grazie a un fondo privato di alcuni donatori, abbiamo potuto attrezzarci per sostituire le tapparelle, ripulire i muri e stuccare le crepe. Poi chiederemo al preside di investire in servizi per gli studenti tutti i soldi risparmiati grazie al nostro lavoro gratuito», ha raccontato Simone, uno degli universitari.
«Loccupazione dellistituto è una forma di violenza, perché obbliga gli studenti che lo vogliono a non studiare. Per questo noi proponiamo, come protesta, invece delle assemblee permanenti, una forma di didattica permanente attraverso lo svolgimento di eventi culturali anche nelle ore serali», ha aggiunto Flavia.Studenti operai contro gli sprechi
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.