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Sulle famiglie ora si apre un nuovo fronte nel governo

Fontana (Lega) dà il patrocinio al Congresso internazionale delle famiglie, ma Buffagni attacca: "No al Medioevo dei diritti"

Sulle famiglie ora si apre un nuovo fronte nel governo

Dopo la Tav e le Autonomie, si apre un nuovo fronte di scontro nel governo. A far scoppiare la bufera è il Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, iniziativa organizzata da una serie di associazioni (come Organizzazione Internazionale per la Famiglia, ProVita Onlus e Comitato Difendiamo i Nostri Figli) legate al Family day che tanto aveva contestato la sinistra sul tema dei diritti. Un evento che ha ottenuto il sostegno del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana.

"No al Medioevo dei diritti", ha scritto sulla sua pagina Facebook il sottosegretario agli Affari Regionali, Stefano Buffagni (M5s), "C'è stato un tempo in cui le donne più emancipate e gli omosessuali venivano bruciati sui roghi. Pare qualcuno abbia nostalgia di quel periodo oscuro. Non io! Le famiglie sono il fondamento della nostra società, le donne sono una risorsa inestimabile della nostra società e chi non le vuole lavoratrici vuole tornare al Medioevo #NotInMyName".

Poco dopo è proprio Giuseppe Conte ha smentire qualsiasi sostegno da parte del governo all'iniziativa: "La Presidenza del Consiglio non ha mai ricevuto nessuna richiesta di patrocinio per il World congress of families, in programma a fine marzo a Verona, né quindi ha potuto mai concederlo", precisano da Palazzo Chigi, "Si tratta di una iniziativa autonoma del ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, attraverso procedure interne agli uffici e che non hanno coinvolto direttamente la presidenza del Consiglio".

E il caso rischia di scoppiare soprattutto quando anche il sottosegretario M5s alle Pari opportunità, Vincenzo Spadafora, prende le distanze dall'iniziativa: "Ciò che mi fa arrabbiare è il tentativo di accomunarci alla Lega, ma io rigetto tutti i tentativi di accomunarci alle loro posizioni", ha detto all'Agi, "Noi sui temi dei diritti siamo diversi da loro, che portano avanti delle idee che non sono le nostre e che non avranno mai M5s dalla loro parte. Finché ci sarà questo governo, con questo Contratto di governo, non si dirà mai sì ad un arretramento culturale del Paese".

La controversia riapre la ferita creata con il ddl Pillon sull'affido condiviso: "Ddl che non vedrà mai la luce", assicura ancora Spadafora. Il tutto mentre lo stesso Simone Pillon (Lega) accusa: "Il medioevo ci ha lasciato arte, poesia, cultura, campanili che indicano il cielo e tanto nutrimento per l'anima.

La nostra epoca tanto evoluta cosa lascerà? Cumuli di rifiuti, pessima pseudo arte, colate di cemento, tanto inquinamento e magari bambini comprati su Internet e cresciuti senza mamma, senza papà e senza anima".

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