Teatro

"Interpreto Moana per mostrarvi la vera pornografia"

L’attrice sarà protagonista a Milano e Roma con lo spettacolo “SETTIMO SENSO – Moana Pozzi” di Ruggero Cappuccio, regia di Nadia Baldi: "La pornografia si fa ma non se ne parla, siamo bigotti"

Euridice Axen: "Interpreto Moana per mostrarvi la vera pornografia"

Un immaginario dialogo tra una donna e un uomo. Lo stupore deflagra quando l’uomo si accorge che la presenza femminile è in tutto e per tutto uguale a Moana Pozzi. Dopo aver debuttato al Napoli Teatro Festival nel 2020, lo spettacolo “SETTIMO SENSO – Moana Pozzi” sarà in scena a Milano al Teatro Franco Parenti dal 13 al 18 dicembre e a Roma al Teatro Parioli dal 18 al 22 gennaio 2023. Una sfida esaltante per Euridice Axen, tra le migliori attrici in circolazione e già volto dell’ammaliante Tamara in “Loro” di Paolo Sorrentino: “Mi piace sempre fare qualcosa che possa essere una provocazione”.

Come nasce questo progetto?

“Io sono un’ammiratrice di Moana da sempre, mi ha sempre affascinata questa biforcazione tra il lavoro che svolgeva e il mondo in cui parlava in pubblico. Molti si domandavano perché facesse il porno, come se ci fosse qualcosa di male. Era una figura completa, non era etichettabile. Io avevo visto uno speciale su di lei per l’anniversario della sua morte e mi sono detta: ‘Questa donna va raccontata’. Non ho neanche pensato che avrei dovuto farlo io, poi un mese dopo mi è arrivata la richiesta di fare uno spettacolo su di lei”.

Cascato alla perfezione…

“Sì, decisamente. Non so se ha solo a che vedere con il caso, ma non voglio buttare lì misticismi”.

E attraverso Moana pone l'accento sulla vera pornografia.

“La cosa interessante era la sua figura associata al testo. Anche qui vediamo Moana tra sfarzo e costumi, ma il testo è altro, una denuncia contro la vera pornografia. Moana viene utilizzata come manifesto per gridare cosa sia la vera pornografia: non quella dichiarata che faceva lei, ma quella che pratichiamo noi tutti i giorni pensando di non essere volgari”.

Moana Pozzi è un pretesto per denunciare quanto di marcio c’è nella società di oggi. Ovvero?

“Penso che si riduca tutto all’ego. C’è l’ipocrisia, ci sono anche altre cose. Ma il comune denominatore è l’ego, quanto di più pornografico esista. E in questo momento storico credo la faccia da padrone. Quando uno è egocentrato, non vede gli altri ed è incline a determinati atteggiamenti: dall’ipocrisia al menefreghismo, dalla bugia alle false promesse”.

Euridice Axen

Moana è ricordata come una pornostar non volgare, considerando che la pornografia è vista ancora in chiave prettamente negativa. Siamo ancora così bigotti?

“Sì, assolutamente sì. La pornografia si fa ma non se ne parla. Figurarsi se ne parla una donna, uno scandalo. Sì, siamo bigotti, c’è tanta ipocrisia. Alcuni hanno detto: ‘Ma perché fai uno spettacolo su Moana, proprio su una pornodiva?’. E sono gli stessi che avranno visto tutti i suoi film (ride, ndr)”.

Questo è sicuramente un progetto audace e provocatorio, ma penso anche a un altro ruolo, quello di Tamara in “Loro” di Paolo Sorrentino. Ha un’inclinazione provocatoria?

“Io mi diverto molto a fare personaggi che possano in qualche modo inquietare. Il quotidiano mi interessa meno. Fare la donna della porta accanto non è nelle mie ambizioni. Poi mi capita di farlo perché magari sono progetti bellissimi. Mi piace sempre fare qualcosa che possa essere una provocazione. Per esempio in ‘Loro’ il mio era un personaggio assurdo, una specie di bambina che perde qualsiasi tipo di sentimento. Quando so che c’è un impatto sul pubblico, è uno stimolo. Può essere anche negativo, ma l’importante è che arrivi qualcosa di forte”.

Euridice Axen

Lei è una bellissima donna, su Instagram incanta i suoi follower. Che rapporto ha con la femminilità, con la sensualità?

“Quello che vedi su Instagram è tutto (ride, ndr). Nella mia vita quotidiana non punto sull’aspetto, ho una sensualità diversa, un po’ più infantile piuttosto che provocatoria. Ho un rapporto molto sereno con il mio corpo, nei suoi pregi e nei suoi difetti. Per me un attore deve mettersi a nudo, non è solo un modo di dire”.

Una critica che le ha fatto male?

“Rispondo di getto. Quando ero a inizio carriera, un regista mi disse che non ero in grado di fare il mio ruolo. Ero molto giovane, ci rimasi malissimo. ‘Figurati, vuole lavorare con Gabriele Lavia’, disse nei miei confronti. Poi l’anno dopo ho collaborato con Gabriele Lavia: la sua cattiveria mi portò fortuna”.

Quali sono i suoi progetti?

“Sarò protagonista della commedia 'Una scomoda eredità' con Chiara Francini che uscirà il 29 dicembre su Rai 1, un ruolo insolito, molto divertente: un medico con la mania del controllo.

Poi nel 2023 uscirà la seconda stagione della serie di Gabriele Muccino e ho un progetto con Sky, ma non posso ancora parlarne”.

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