Scienze e Tecnologia

Gli 007 vogliono far luce su Tik Tok: "Pechino dica cosa fa dei dati"

A rischio la sicurezza dei dati del nostro Paese: "Non si tratta di una banale questione di privacy"

Gli 007 vogliono far luce su Tik Tok: "Pechino dica cosa fa dei dati"

Tik Tok finisce nuovamente sotto la lente di ingrandimento. La richiesta inoltrata due settimane fa al presidente del Copasir, Raffaele Volpi, da parte dei membri della maggioranza è chiara: "Verificare l'uso che il governo cinese fa dei dati sensibili degli utenti italiani iscritti su Tik Tok". E da parte dell'esponente leghista è arrivato l'ok al procedimento: adesso l'Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna (Aise) e il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) tramite un'istruttoria indagheranno sul social network su cui è possibile pubblicare e condividere brevi video musicali. L'applicazione, ritenuta ora a riferire al governo i dati degli iscritti, è cinese: bisognerà far luce su foto e video che finiscono in un database a disposizione della autorità politiche. In Italia si contano 6 milioni di persone che si divertono utilizzando l'app. Tra questi, ovviamente, vi è una grande fetta di minorenni.

Matteo Salvini ha fatto il suo esordio nel mese di novembre, inaugurando il suo nuovo account condividendo un video in cui riportava un messaggio sulla crisi migratoria. La sua ultima apparizione risale a pochi giorni fa quando, sulle note di Riptide di Vance Joy, è comparso in un selfie con un gruppo di "amici indiani: dedicato a chi ci vuole male". Anche il primo gennaio ha lasciato il segno, ironizzando sullo schiaffetto di Papa Francesco ai danni della fedele.

Il pericolo

Gli scenari sono però completamente cambiati. Da un'occasione di puro divertimento bisognerà assumere un atteggiamento di cautela. Il comitato parlamentare per la sicurezza pubblica vuole vederci chiaro: come riportato da Il Messaggero, i parlamentari che compongono l'attuale maggioranza hanno fatto sapere che in ballo c'è "la sicurezza dei nostri dati, intesa come Paese, che finiscono nella disponibilità del governo cinese visti gli accordi che ha con Tik Tok. Dunque non si tratta di una banale questione di privacy". Preoccupato dalle notevoli ricadute che potrebbero verificarsi, il presidente Volpi ha immediatamente provveduto a dare mandato ai Servizi segreti di aprire un'istruttoria.

Tik Tok era già finita nella bufera: nel mese di aprile il governo indiano ha convocato i grossi gruppi statunitensi Google e Apple per chiedere loro di rimuovere dagli shop online indiani l'applicazione cinese. Perché? Stimolerebbe "cultura degradante" e "incoraggiamento della pornografia", oltre ad attirare "pedofili".

Inoltre conterrebbe "contenuti esplicitamente disturbanti", causando così "stigmatizzazione sociale" e provocando "problemi di salute tra gli adolescenti".

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