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L'errore arbitrale e niente tecnologia: dove "nasce" la sconfitta di Sinner a Montecarlo

Una sfortunata combinazione di eventi ha causato la sconfitta di Jannik Sinner prima che si infortunasse al ginocchio: cos'è successo nella gara contro il greco Tsitsipas

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Un clamoroso errore arbitrale e l'assenza dell'occhio di falco, la tecnologia utilizzata su tutte le superfici meno che sulla terra rossa, oltre all'infortunio successivo sono costati a Jannik Sinner la vittoria contro Stefanos Tsitsipas nella prima semifinale del Masters 1000 di Montecarlo in un gara ad altissima intensità. Senza sembrare di voler essere a tutti i costi di parte, nel 2024 la mancanza dell'occhio di falco sui campi in terra rossa è inaccettabile ed ha influito attivamente sulla direzione del match. Lo stesso altoatesino ha protestato, in maniera educata come al solito, ma le immagini tv sono state inequivocabili con la pallina decisiva fuori di svariati centimentri.

La svolta del match

Tutto accade nel quinto game del terzo set: un set pari e Sinner avanti 3-1. Il turno di servizio è a favore del greco che va sotto nel punteggio. L'azzurro si conquista una palla per il 4-1 (e successivo servizio a favore) dopo un gran lungolinea di diritto. L'arbitro dell'incontro, la francese Aurelie Tourte, prende uno degli abbagli più clamorosi della sua carriera per essere una veterana del circuito. Tsitsipas avrebbe commesso doppio fallo ma non giudica la palla fuori (lo era di molti centrimentri), fa ripetere il punto e destino vuole che il greco riuscisse a vincere il game accorciando le distanze (3-2).

Le proteste di Sinner

Sul campo accenna a una protesta, guarda l'arbitro cercando di far valere le proprie ragioni ma non c'è nulla da fare. Si riprende a giocare con quel punto tolto, fondamentale come non mai. "So che avrei potuto fermare il gioco ma non è il mio lavoro, quello dell'arbitro. La sua posizione era molto favorevole, perché era la riga più facile. Ma bisogna accettarlo. Ognuno di noi fa degli errori. Bisogna prenderla con un sorriso. Ma non è facile", ha dichiarato Sinner al termine della gara come riportato da SuperTennis.

Perché manca la tecnologia

Come detto, sull'erba e sul cemento l'occhio di falco è sempre presente ma non sulla terra battuta: perché mai? Secondo gli esperti da un lato ci si vuole affidare agli arbitri che, aiutati dal segno sulla terra rossa, sarebbero messi in ottime condizioni e facilitati nell'individuare i punti corretti e le palle che invece scivolano fuori; l'altra ragione è tecnica, questa superficie muta spesso e volentieri rispetto al cemento dove le telecamere calibrate una prima volta non hanno bisogno di molti accorgimenti.

Su quelli in erba avviene più di frequente mentre sulla terra rossa dovrebbero essere ricalibrate prima di ogni match con un processo considerato lungo, intorno ai 30 minuti.

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