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Sinner e il problema all'anca: corsa contro il tempo per tornare in campo

Il forfait di Jannik Sinner dagli Internazionali di Roma fa ipotizzare un problema all'anca molto più serio del previsto: quali sono gli scenari e le possibile terapie in questi casi

Sinner e il problema all'anca: corsa contro il tempo per tornare in campo

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Sinner e il (grosso) problema all'anca: corsa contro il tempo per tornare in campo

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La notizia del primo pomeriggio di sabato 4 maggio ha lasciato tutti di sasso: neanche il diretto interessato pensava lontanamente (fino a pochi giorni fa) che alla vigilia degli Internazionali di Tennis a Roma (6-19 maggio) fosse costretto ad alzare bandiera bianca. Jannik Sinner è il più dispiaciuto di tutti, ovviamente, perché il problema all'anca non è di (così) poco conto, altrimenti rischiare non sarebbe sembrato un azzardo. Quando potrebbe tornare in campo? Il ventaglio di ipotesi è ampio, tutto dipende da come risponderà il suo fisico al riposo assoluto e alla ripresa degli allenamenti tra non meno di una decina di giorni: se non passa il dolore non può giocare, il tema principale è questo.

Quali terapie

L'infiammazione all'anca del numero uno del tennis mondiale non è una novità assoluta in questo sport, anzi: l'inglese Andy Murray si operò per farsi inserire una protesi tornando in campo quattro mesi dopo l'intervento, ma averlo eseguito in età avanzata non fu risolutivo per il problema. Nei casi più gravi, insomma, prima si interviene e meglio è. All'età di Sinner, quindi, sperando di non dover ricorrere a tale procedura la carriera non sarebbe minimamente compromessa, come ha già spiegato il chirurgo Nicola Santori a Fanpage ipotizzando che si possa trattare di un conflitto femoro-acetabolare (avallata anche da molti altri colleghi). "Se l'atleta ha sui 20-22 anni correggi in artroscopia questa anomalia e l'anca torna come nuova".

Oltre alla protesi, però, esistono le cosiddette "terapie conservative" che possono funzionare con risultati soddisfacenti. "A volte può bastare una semplice manipolazione manuale, altrimenti si può usare il laser ad alta potenza, gli ultrasuoni, le terapie elettromagnetiche e le infiltrazioni", ha spiegato a Repubblica Valter Santilli, professore ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa alla Sapienza Università di Roma. "Oltre a quelle con il cortisone che vanno effettuaea sotto guida ecografica per evitare che il farmaco arrivi nei tendini, oggi si effettuano infiltrazioni con collagene e acido ialuronico oppure con il gel piastrinico che stimola la rigenerazione dei tessuti".

Perché è bene non rischiare

Insomma, l'estrema ratio è l'intervento chirurgico, ma prima dovrebbero fallire tutte le terapie sopra menzionate. Una decina d'anni fa fu effettuato uno studio dalla Wta su 125 atlete professioniste: il 18% di esse aveva subìto, nel corso della carriera, infortuni a inguine e anca. A che punto l'infiammazione sia così grave e avanzata in Jannik Sinner può saperlo soltanto il proprio staff ma è comunque una fase delicata: da un lato è bene non tornare subito in campo, dall'altro se non si osservano i corretti tempi di recupero si rischiano ricadute non di poco conto. Ecco perché, per il momento, è stata scelta la linea della cautela: dopo Madrid stop anche a Roma, del doman (Roland Garros) non v'è certezza.

L'importanza della prevenzione

Il tennis moderno e la forza nel colpire le palline, sia durante i turni di servizio che negli altri movimenti, fa sì che i tennisti siano sottoposti a continue sollecitazioni dell'anca che spesso e volentieri può subire delle lesioni. Ecco perché diventa fondamentale riscaldarsi nel migliore dei modi non soltanto prima delle gare ma anche negli allenamenti quotidiani.

"I nostri muscoli - conclude Santilli -hanno un grado di elasticità e non sono strutture rigide per cui se non facciamo un allungamento adeguato si va incontro a rigidità e questo le rende più facilmente aggredibili dagli stress meccanici dello sport".

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