Politica

Teoremi e sospetti

Carissimo direttore, puoi aiutarmi a capire quello che sta succedendo in Italia? A me sembra che stiamo diventando tutti matti. Passi il fatto che, non appena arriva un nuovo governo, sembra che il suo primo problema sia solo quello di distruggere ciò che il governo precedente aveva fatto, con la spiacevole sensazione che governi solo per metà del Paese e contro l'altra metà. Passi il fatto che non si capisce come questo governo potrà restare in piedi al primo problema serio di cui si vorrà occupare (vedi la Tav) e dovrà lasciar perdere le azioni demagogiche. A meno che il mastice che lega uomini e poltrone non sia di nuovissima generazione. Passi il fatto che alla Rai si praticava la tratta delle schiave. Passi il fatto che l'erede dei Savoia è caduto così in basso. Passi il fatto che il nostro calcio era quel che era, e possiamo scommettere che dopo qualche condanna esemplare tornerà ad essere tale e quale (quintali di tarallucci, ettolitri di vino sono già pronti). Passi il fatto che qualcuno (tanti) cerca nuovamente di risolvere – o, meglio, di fingere di risolvere – i problemi a colpi di magistratura, gettando su tante persone il fango dei sospetti. Passi anche il fatto – una vera barbarie - che lo strumento dei sospetti e dei preconcetti (poi magari vengono i teoremi) sono oggi le intercettazioni telefoniche, che i giornali pubblicano senza ritegno (ma chi gliele dà, e perché?, e la legge sulla privacy – che viene usata sempre quando serve a danneggiare - che fine ha fatto in questo caso?). Passi il fatto che molte di queste intercettazioni non sono state ordinate da nessuna procura o questura o pretura o prefettura ma da privati cittadini che pensano di poterla fare da padroni. Passi tutto questo. Ne abbiamo sopportate tante, dico tra me, sopporteremo anche queste. Abbiamo affidato le nostre vite a una bicicletta, a una valigia, alla speranza che l'uomo armato non si girasse da questa parte, alla speranza che il cugino secondo del fratello della cognata di nostro nipote avesse ancora quel posto di lavoro per nostra figlia. Vuoi che non ce la caviamo anche stavolta? Abbiamo sopportato la tirannia, la prepotenza, le bugie di destra e quelle di sinistra, l'ipocrisia (che è più di sinistra), l'incompetenza di tanti, gli sprechi di tutti, abbiamo sostenuto l'Alitalia e Trenitalia, le brutte automobili Fiat, l'on. Mastella, una rete ferroviaria vecchia di un secolo, svariati Consigli dei ministri riuniti in uno studio tv, la progressiva erosione dell'indipendenza dei giornalisti, la cattiva opinione che altri Paesi hanno su di noi (spesso a ragione). Possiamo sopportare gli sputi di Totti e (un po' meno) le sue omelie. Possiamo accettare che De Rossi, anziché salire sul primo aereo e tornarsene in Italia, se ne resti in Germania a tentare di fare la figura del bravo ragazzo. Insomma, siamo o non siamo un grande Paese? Un grande Paese sa soffrire e sa amare, sempre.

Però, una volta accettato tutto questo, mi puoi spiegare cosa ci faceva la faccia di Lippi sulle prime pagine di diversi giornali accanto alle parole «Abbiate fiducia»? Vuoi dire che Lippi, un allenatore alla guida di una nazionale di non eccelsa caratura (niente paura, i Mondiali si vincono anche con i brocchi, vedi Italia '90), dopo il fiasco contro gli Usa ha il permesso di parlare come un Papa? Vuoi dire Lippi è il Papa? Se è così, se è dalla sua bocca che devo ricevere parole di speranza, e soprattutto se la speranza che ci resta è quella lì, allora molto meglio ritirarsi tutti nei monasteri e ricominciare a coltivare rape e granturco. Se non altro, la realtà delle cose ricomincerà a far sentire la sua umile, splendida lingua.
Scusa il disturbo, tuo

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