Politica

Terrore al mercato di Torino: uccide la ex e il nuovo fidanzato

L’assassino ha sparato davanti a decine di persone

Simona Lorenzetti

da Torino

Sei colpi calibro trentotto. Due hanno colpito mortalmente al torace Fabrizio Natale, 41 anni. Altrettanti hanno ucciso la sua compagna, Maria Marando, 23 anni. Due sono andati a vuoto. È successo ieri, poco dopo l’una, davanti a una folla atterrita al mercato rionale di corso Cincinnato, nel quartiere Vallette a Torino. Le vittime sono due ambulanti: stavano ritirando i capi d’abbigliamento sul loro furgone Fiat Ducato quando l’assassino gli si è parato all’improvviso davanti e li ha freddati a revolverate. Poi è fuggito a bordo di uno scooter azzurro. Nessuno è riuscito a vederlo in faccia: indossava il casco, solo un attimo prima di sparare ha alzato la visiera. Per la polizia il killer ha un nome è un volto: si tratta dell’ex fidanzato della donna, un ragazzo di 31 anni, Paolo Genco, che ha alle spalle alcuni precedenti penali per ricettazione. È stato rintracciato solo nel tardo pomeriggio e in questura ha confessato. Gelosia e rancore per un amore che non voleva rinascere lo avrebbero spinto a far fuoco. Non un raptus, però, ma un delitto premeditato: Genco ha infatti cercato di depistare le indagini lasciando ambigui indizi che avrebbero dovuto condurre sulla pista sbagliata gli investigatori. Un omicidio ben studiato ma realizzato da una persona inesperta che alla fine ha commesso infiniti errori che lo hanno tradito.
Alle 13 le vittime erano al mercato di corso Cincinnato. Fabrizio Natale aveva rilevato alcuni anni fa il banco di abbigliamento della sorella e da allora passava ogni giorno da una piazza all’altra con la sua compagna Maria Marando, che all’inizio dell’attività aveva assunto come commessa.
Come ogni mercoledì i due si trovavano in corso Cincinnato e l’assassino lo sapeva. L’ex fidanzato della giovane è arrivato a bordo di uno scooter. Si è avvicinato al banco delle vittime; ha pronunciato un paio di frasi al «rivale», quindi ha estratto la pistola e ha sparato. Poi ha rivolto l’arma verso Maria Marando che si trovava vicino al furgone e ha fatto fuoco ancora. I testimoni del delitto sono rimasti impietriti di fronte a un’esecuzione che per le sue modalità poteva apparire un regolamento di conti. Una donna è riuscita a prendere il numero di targa.
La «moto» e l’arma del delitto sono stati ritrovati poco dopo dalla polizia: erano stati abbandonati dall’assassino nel cortile dell’assessorato al Commercio del Comune di Torino, in via Garibaldi, in pieno centro. Il killer è stato notato dal custode mentre scappava dover aver lasciato la pistola sulle scale. Quando gli agenti sono arrivati sul posto nel posacenere del cortile è stato trovato un biglietto, una lettera nella quale si accenna a problemi legati alle licenze mercatali. La scelta del luogo in cui abbondare arma e scooter, ma soprattutto le missive, probabilmente, nella mente del killer avrebbero dovuto indurre gli investigatori a indagare nell'attività commerciale delle vittime. Ma la polizia ha seguito fin da subito la pista passionale. È bastato ascoltare il papà della ragazza. Lui sapeva tutto, delle telefonate, delle minacce, dei continui appostamenti dell’ex di Maria. «Mia figlia era spaventata dal suo ex fidanzato che continuava a tormentarla. Spesso sbucava all’improvviso tra la gente al mercato, vicino al suo banco e l’insultava pesantemente. Mai, però, avrei pensato che potesse arrivare a tanto, a ucciderla», ha detto agli investigatori il padre di Maria, Rocco Marando. «Un mese fa ­ ha raccontato ancora l’uomo- lo avevo chiamato, gli avevo chiesto di rassegnarsi. Maria era spaventata e ogni volta che lui si presentava mi telefonava chiedendo aiuto». La famiglia ha atteso per tutto il pomeriggio una telefonata della squadra mobile. La cattura dell’ex fidanzato era solo questione di ore. Quella telefonata è arrivate alle 19: Paolo Genco è stato rintracciato dalla polizia in corso Vercelli.

E davanti al pm Dionigi Tibone, ha confessato.

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