Terrorismo

Orrore in Francia: raid coi coltelli dalla banlieue. "Siamo qui per pugnalare i bianchi"

Mattanza a Crépol lo scorso sabato notte. In 15 hanno assaltato il tradizionale "ballo d'inverno". Il testimone: "È stato un attentato"

Orrore in Francia: raid coi coltelli dalla banlieue. "Siamo qui per pugnalare i bianchi"

Ascolta ora: "Orrore in Francia: raid coi coltelli dalla banlieue. "Siamo qui per pugnalare i bianchi""

Orrore in Francia: raid coi coltelli dalla banlieue. "Siamo qui per pugnalare i bianchi"

00:00 / 00:00
100 %

"Planter" nello slang francese significa accoltellare. Non importa la lama impugnata, sia essa di 10 centimetri o di venti. A Crépol, paesino nel sud della Francia a una settantina di chilometri dalla più nota Grenoble, per planter des blancs, per pugnalare i bianchi, si sono presentati in quindici. Tutti o quasi provenienti dalla Monnai, banlieue della vicina Romans-sur-Isère. Hanno attaccato di notte, tra sabato e domenica, quando i ragazzi stavano lasciando il locale salone delle feste, al termine del tradizionale "ballo d'inverno". Al quotidiano Le Dauphiné Libéré un testimone ha raccontato di averli sentiti urlare: "Siamo qui per pugnalare i bianchi". Poi ha iniziato a scorrere il sangue e, tra le grida di terrore, hanno iniziato a cadere corpi a terra. Alla fine della mattanza si contano una vittima, il 16enne Thomas accoltellato al torace e morto mentre un'auto lo stava portando in ospedale, e almeno diciotto feriti, due dei quali in modo molto grave.

"Una banda venuta per uccidere - denuncia il sindaco Martine Lagut - non erano venuti per divertirsi ma per fare del male". Ovviamente le testate nazionali non parlano della "caccia al bianco". Alcuni scrivono che si è trattato di regolamento di conti fra bande locali, altri di agguato. Qualcuno, poi, aggiunge che a colpire sono stati "aggressori che provengono tutti dallo stesso luogo". E quel luogo sarebbe, appunto, la banlieue della Monnai. "È stato un attentato", dice senza mezzi termini il testimone sentito da Le Dauphiné Libéré. Uno dei suoi amici è tra Ie persone aggredite sabato notte. Lo hanno colpito alla schiena. "Mi sono messo a fare pressione sulla ferita per soccorrerlo", racconta. Il pugnale era entrato sin dentro al rene. E, quando poco dopo le 2 di notte è scoppiato il finimondo, nelle vicinanze della sala comunale dove si era appena tenuto il "ballo d'inverno" non c'erano ambulanze a prestargli soccorso. Arriveranno di lì a qualche minuto, come anche le forze dell'ordine. Troppo tardi. Al loro arrivo Thomas era già morto e le belve si erano già dileguate. Sette, come racconta Le Parisien, stavo scappando verso la Spagna quando li hanno fermati a Tolosa.

Mentre è ancora in corso l'identificazione degli aggressori, il procuratore di Valence, Lurent de Caigny, ha detto che il branco potrebbe anche non essere "composto da individui venuti tutti dallo stesso quartiere". I testimoni stanno intanto aiutato a mettere insieme, minuto dopo minuto, quei drammatici momenti che hanno trasformato una festa di paese in vero e proprio "un bagno di sangue": il locale circondato, l'irruzione e soprattutto le coltellate sferrate alla cieca contro la gente che cercava riparo ovunque. Ma è il movente di questa furia a destare, ancora una volta, preoccupazione. Anche se a livello nazionale faticano a parlarne. Il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, ha semplicemente parlato di "fallimento generale della nostra società" e della necessità di "ristabilire l'autorità ovunque". Marion Marechal, invece, non si è fatta problemi a mettere a nudo il problema: "Siamo alla caccia ai gaulois". I gaulois, i francesi. "Ormai - incalza - il razzismo anti bianchi arriva anche nelle nostre campagne". Lo stesso razzismo, lo stesso odio che anni fa (era il 2016) aveva strappato la vita a padre Jacques Hamel, sgozzato sull'altare della chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray, paesino della Normandia. Allora la mano che aveva affondato il coltello era intrisa dell'odio islamista del Califfato, sabato notte, a Crépol, è stato l'odio che ribolle nelle banlieue che come una polveriera sono pronte a esplodere da un momento all'altro. "In Francia vivono due popoli - ha commentato Eric Zemmour - uno dei quali deve costantemente fuggire dagli attacchi di una fazione sempre più violenta.

Deve fuggire non solo dagli attentati perpetrati al grido di 'Allah Akbar' ma anche da questo vero e proprio jihad quotidiano che subiscono i francesi".

Commenti