Politica

Trasparenti solo a metà

Ringrazio il dottor Visconti per le notizie in più che ha voluto fornirci, senza sostanzialmente smentire nulla del mio pezzo: né il bilancio per l’anno scorso, né gli stipendi dei consiglieri, né il fatto che il vicepresidente giri in Maserati.

Il segretario generale sa bene che per tre giorni ho chiesto a lui, al suo vice, alla sua segreteria, al portavoce di Vietti, all’ufficio stampa del Csm e ai membri della commissione competente (la «X») le cifre ufficiali, per essere più precisa e aggiornata possibile. Purtroppo, non ho avuto risposta, né ho trovato i dati sul sito del Consiglio, alla faccia della trasparenza. Mi sono così basata su una lettera di precisazione sulle spese del Csm pubblicata il 16 giugno scorso da L’Espresso e firmata dallo stesso Visconti, oltre che su studi pubblicati come quello citato di Di Federico e su notizie raccolte tra una decina di consiglieri. Dunque, proprio il segretario generale è (indirettamente) la mia fonte principale: lui scriveva di 209 euro di indennità di missione giornaliera (ora dice 220) e di compensi diversi per le sedute di commissione e plenum.

Noto che alcune domande che avevo posto al Csm rimangono senza risposta, come quella sul bilancio di previsione 2012 e sui fondi per la formazione. Che poi 4 milioni 307mila euro dei 35 del budget non siano stati ancora spesi, che la Maserati di Vietti sia dei Carabinieri e non del Consiglio o che la pianta organica dei dipendenti sia scesa da 270 a 243 unità, anche per 20 prepensionamenti, non credo cambi molto sul senso del mio pezzo. D’altronde, sono dettagli che avrei volentieri scritto se il dottor Visconti o chi per lui me li avesse forniti con la stessa solerzia con la quale domenica, a testo pubblicato, sono stati messi nero su bianco nella precisazione.

Per smentire almeno qualcosa, a volte la lettera stravolge ciò che ho invece scritto: ad esempio, che quando diventano laici del Csm «i docenti fuori ruolo vedono il loro stipendio equiparato a quello di presidente di sezione della Cassazione (circa 7mila euro netti al mese): l’ateneo continua a pagare la retribuzione originaria e il Csm si occupa del resto». Si sorvola sul particolare più significativo: «quando scade il mandato e il professore rientra all’università o va in pensione conserva il livello retributivo maturato».

Riguardo al confronto con gli altri consigli europei, fatto da Di Federico nel suo studio, ho io stessa sottolineato i distinguo da fare tra organismi diversi. Sui 12 giorni di lavoro al Csm, solo una conferma: mi riferivo alle sedute in commissione e in plenum dal lunedì al giovedì, tranne la disciplinare il venerdì.

Che poi i consiglieri facciano i «compiti a casa», non lo metto in dubbio.

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