Medicina

Come trattare le borse sotto gli occhi

Le cosiddette «borse» sotto agli occhi sono un fattore costituzionale e, in genere, ereditario: «Molto dipende dal tipo di pelle», spiega il dottor Christophe Buratto, chirurgo plastico a Milano (plastica camospa.it) «Se la cute è secca, sottile, poco tonica, tenderà a mettere in evidenza precocemente il tessuto adiposo perioculare contenuto nell'orbita che, con l'avanzare dell'età, diventa più visibile».
I trattamenti per contrastare questo inestetismo oggi sono diversi, da quelli puramente estetici a quelli chirurgici e para-chirurgici di vario grado. «Al primo livello sono i prodotti topici, come le creme, che la persona può applicare direttamente a casa propria», spiega ancora Buratto. «Migliorando la trama della pelle, migliorano anche l'aspetto globale dell'occhio, rendendo le borse meno evidenti». Un secondo step è rappresentato da trattamenti un po' più specifici, con prodotti che vengono infiltrati sotto la cute tramite iniezioni o con apposite macchine (elettroveicolazione): «In pratica, si tratta delle stesse sostanze contenute nelle creme (vitamine, aminoacidi, antiossidanti, acido ialuronico) che, in questo caso, vengono veicolate in modo mirato negli strati più profondi del derma: stimolando il trofismo dei tessuti ridanno turgore e tonicità alla pelle, che riesce a contenere meglio il tessuto adiposo sottostante», osserva il chirurgo plastico. «Un trattamento di attacco è, in genere, costituito da 2-3 sedute in un mese, seguito da una seduta mensile di mantenimento per circa sei mesi».
Il terzo piano di intervento è costituito dai laser: «I più utilizzati per questa zona sono le luci pulsate, che agiscono su un livello più superficiale, e i laser a Co2, un po' più profondi», commenta lo specialista. Per un intervento più radicale, infine, bisogna rivolgersi alla chirurgia: «L'intervento chirurgico è l'unico che permette di agire direttamente sul tessuto adiposo», spiega il dottor Buratto. «Le vie di accesso sono due: trans-cutanea e trans-congiuntivale. La prima, all'esterno della palpebra, ha lo svantaggio di lasciare piccole cicatrici (peraltro nascoste dal bordo palpebrale), ma dà la possibilità di rimuovere anche eventuale pelle in eccesso. La seconda, interna, non lascia cicatrici visibili, ma non può agire sulla pelle: per questo, viene utilizzata preferibilmente su persone ancora giovani, con una trama cutanea più compatta».
Rispetto al passato, ci si sottopone all'intervento sempre più precocemente (intorno ai 40 anni), per riservarsi magari la possibilità di un altro ritocco con l'avanzare dell'età: «Questa esigenza ha modificato anche le modalità dell'intervento, che è diventato più conservativo», spiega il dottor Buratto.

«Anziché essere asportato in maniera radicale, il tessuto adiposo viene ridotto e modellato, in modo da assicurare un aspetto pieno e giovane all'occhio, ma nel pieno rispetto della fisionomia del viso».

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