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Triangolo delle Bermuda, forse risolto il giallo di due aerei scomparsi

Secondo il curatore di un programma radiofonico della Bbc, Tom Mangold, esistono ipotesi plausibili per i due casi in questione: uno dei due aerei sarebbe probabilmente precipitato per mancanza di carburante e l'altro per un «guasto tecnico catastrofico».

Due dei misteri del Triangolo delle Bermuda, i casi di due aerei commerciali britannici scomparsi negli anni '40, potrebbero essere stati finalmente risolti: lo afferma un radiofonico della Bbc. Il triangolo, un'area tra Bermuda, Florida e Portorico, avrebbe nei decenni «inghiottito» navi ed aerei, sempre in circostanze misteriose. Al di là della leggenda, alcune sparizioni in quella zona sono sempre rimaste inspiegabili. Ma secondo il curatore del programma, Tom Mangold, esistono due ipotesi plausibili per i due casi in questione: uno dei due aerei sarebbe probabilmente precipitato per mancanza di carburante e l'altro per un «guasto tecnico catastrofico». Sessant'anni fa, i viaggi transatlantici come quelli da Londra per le Bermuda erano nuovi (era il volo intercontinentale senza stop più lungo dell'epoca), e con scarse garanzie di sicurezza. Gli aerei dovevano fare rifornimento alle Azzorre, circa a metà strada, per avere abbastanza carburante per arrivare a destinazione. Anche così facendo, all'arrivo gli aerei erano in riserva, con carburante solo per deviare sulla costa est Usa in caso di emergenza. La British South American Airways (Bsaa), che gestiva quelle rotte, aveva avuto seri problemi: in tre anni c'erano stati 11 incidenti che avevano causato la morte di 73 passeggeri, 22 membri degli equipaggi, e la perdita di cinque aerei. Il 30 gennaio 1948, lo Star Tiger, un Bssa Avro Tudor IV, un aereo militare convertito ad uso civile con una pessima reputazione per le sue prestazioni, scomparve senza lasciar traccia, con 31 persone a bordo. Non fu trovato relitto, o il corpo di alcuna vittima. Ma è emerso che l'aereo aveva detto di aver problemi già prima delle Azzorre. Il riscaldamento funzionava male, e una delle bussole si era rotta. Probabilmente, si ipotizza, il pilota volava più basso del dovuto per mantenere caldo l'aereo, bruciando molto più carburante. Era in ritardo di un'ora, e aveva forti venti contrari. In quelle condizioni, qualsiasi problema lo avrebbe fatto precipitare in pochi istanti, vista anche la bassa altitudine e la scarsità di combustibile. Nel secondo caso, che avvenne un anno esatto dopo la sparizione, un altro Avro Tudor IV della Bssa, chiamato Star Ariel, scomparve tra Bermuda e Giamaica. Pochi istanti dopo una comunicazione di routine del pilota, l'aereo svanì mentre volava a 18mila piedi. In questo caso, dicono gli esperti sentiti dalla Bbc, i sistemi tecnici di scarsa qualità furono i responsabili: probabilmente un'esplosione generata dal sistema di riscaldamento, che stava esattamente sotto ai piloti. A bordo, oltretutto, non c'erano estintori automatici, né allarmi antincendio: un incendio sotto ai seggiolini dei piloti sarebbe stato scoperto troppo tardi. I soccorsi, per un problema di comunicazione, arrivarono in zona 7 ore e mezza dopo l'ultimo contatto.

Per allora il mare aveva inghiottito tutto.

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