Politica

"Troppe talpe muoiono di pesticidi", 500mila all'anno

La denuncia arriva dal tribunale degli animali Aidaa che fonda il Gatt per proteggere i mammiferi e controllare se l'impiego di prodotti chimici nei campi è a norma. Si cercano volontari

Una strage che dovrebbe farci riflettere: quella delle talpe che ogni anno muoiono avvelenate nei prati italiani, uccise dai pesticidi e dagli altri prodotti chimici usati in agricoltura. La stima è di 500mila. La mortalità è altissima nelle zone in cui questi prodotti vengono utilizzati in maniera massiccia, mentre la mortalità delle talpe è assolutamente irrisoria nelle zone agricole dove viene praticata la coltura di prodotti biologici. Da qui la necessità da parte delle associazioni animaliste di denunciare questa strage di mammiferi. Le talpe vivono nel sottosuolo dei nostri campi dove scavano lunghe gallerie, "il fatto che sia aumentato in maniera spropositata il numero degli esemplari avvelenati è un segnale che dovrebbe farci riflettere sull'uso spropositato di pesticidi che ci ritroviamo poi nei cibi che mangiamo - affermano all'Aidaa, tribunale degli animali. Ma non basta denunciare questa strage silenziosa, vogliamo adoperarci per proteggere le talpe, garantirne la sopravvivenza (la morte per avvelenamento da pesticidi è assolutamente violenta e dolorosa) e lo faremo attraverso il Gatt, il gruppo Aidaa di tutela delle talpe, un vero e proprio movimento nel movimento che avrà lo scopo di monitorare questi animali che da sempre sono presenti nelle zone agricole italiane". Aggiunge il presidente nazionale Lorenzo Croce: "Fermare la moria delle talpe e tutelarne l'esistenza è uno degli scopi del costituendo gruppo, per questo cerchiamo volontari disponibili a lavorare insieme a noi. Da un lato per proteggere i mammiferi, dall'altro per verificare l'utilizzo inappropriato delle sostanze chimiche in agricoltura. Siamo certi che tra i primi a darci una mano in questa nostra battaglia ci saranno proprio gli agricoltori italiani che nella stragrande maggioranza dei casi sono persone assolutamente consapevoli che la bontà dei prodotti della terra non dipende dall'uso dei pesticidi ma dalla qualità stessa dei prodotti coltivati, meglio se in maniera naturale e biologica".

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