Festival di Sanremo

Bandiere della Palestina e "stop al genocidio": slogan pro Gaza a Sanremo

Tra gli appelli pacifisti di Fiorella Mannoia e di Ghali e le persone presenti durante il concerto di Tedua, è tutto un invito a far cessare il fuoco da parte di Israele

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"Stop genocidio", "Cessate il fuoco" e bandiere della Palestina al Festival di Sanremo. Succede alla serata conclusiva della 74esima edizione della kermesse della canzone italiana. Dopo che già, in occasione della puntata inaugurale di quest'anno, Dargen D'Amico aveva urlato lo stop ai bombardamenti nella striscia di Gaza dopo avere intonato pubblicamente per la prima volta la sua "Onda alta", il copione si è ripetuto anche nei giorni successivi con altri appelli pacifisti.

Fiorella Mannoia ha citato la frase di Vittorio Arrigoni ("Restiamo umani"), poi è stata la volta della performance sulla Nave Costa Smeralda. Dopo Bob Sinclair e Gigi D'Agostino, reduce da una lunga malattia che lo aveva costretto a fermarsi per quasi tre anni - nell'ultima notte sanremese è toccata all'intrattenimento condotto da Tedua. All'interno dell'imbarcazione che è stata protagonista per tutta questa settimana, il rapper genovese ha intonato il brano "Malamente" dove è incluso anche il verso: "La vostra sicurezza non si trasformi in arroganza". Proprio mentre il cantante stava interpretando il suo pezzo, tra i numerosi presenti tra il pubblico erano presenti striscioni con scritto "Stop genocidio", "Cessate il fuoco", oltre a qualche bandiera della Palestina. Lo stesso Tedua ha poi concluso la sua canzone facendo i "complimenti a tutti i partecipanti", prima che Amadeus lo salutasse richiamando il collegamento tv sul palco dell'Ariston per presentare Ghali.

È proprio anche quest'ultimo che si renderà protagonista di un altro (ennesimo) appello a favore di una conclusione del conflitto tra Israele e Palestina. Una volta concluso infatti la sua "Casa mia" davanti alla platea, il cantante ha fatto una piccola gag con il il suo amico un po' alieno un po' dugongo, Rich Ciolino - che lo ha accompagnato per tutte e tre le sue interpretazioni all'Ariston -, con il pupazzo che gli suggeriva di pronunciare ad alta voce una frase: "Stop genocidio". Gia negli scorsi giorni c'era stata una forte polemica con lo stesso Ghali per un passaggio del testo della sua canzone: "Ma, come fate a dire che qui è tutto normale| Per tracciare un confine| Con linee immaginarie bombardate un ospedale| Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane| Non c'è mai pace". Un implicito riferimento a Gaza che provocò la ferma reazione del presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi: "Un'esibizione che ha ferito molti spettatori.

Ghali ha proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre".

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