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Come ti uccido i robot (e ti salvo la famiglia)

Purtroppo non apprezzato da una certa critica progressista, Bigbug è un film intrigante, reso ancora più avvincente dalle coloratissime scenografie digitali, che rimarranno a lungo impresse nella memoria degli spettatori. Da vedere

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La famiglia, diceva il sociologo americano Christopher Lasch, è “l’ultimo rifugio in un mondo senza cuore”, e sembra che lo sarà ancor di più nel prossimo futuro, quando vivremo in una civiltà totalmente automatizzata, come racconta il film Bigbug, una divertente commedia francese del 2022, ora disponibile su Netflix.

Siamo nel 2045, e paghiamo le conseguenze di quello che stiamo progettando oggi: la società è governata da potenti computer comandati da raffinate intelligenze artificiali, mentre gli esseri umani sono totalmente controllati dagli Yonix, super-androidi progettati per proteggere e servire l’uomo, ma che hanno, invece, deciso di prenderne il posto, essendo decisamente superiori.

In un’ambientazione a metà tra i Pronipoti e Il mondo dei Robot, con qualche accenno a Brazil e a Fahrenheit 451, il nuovo film di Jean-Pierre Jeunet – indimenticato regista di Delicatessen e Il favoloso mondo di Amélie – ci propone una satira che critica ferocemente la spensieratezza con la quale ci stiamo affidando alle macchine, dietro una trama leggera, quasi da commedia dell’arte. In una casa super-automatizzata e governata efficientemente da una squadra di vecchi robot, si trovano ermeticamente rinchiuse tre coppie, due ex coniugi con i nuovi partner e i loro figli adolescenti, a cui si aggiunge una anziana ma ancora esuberante vicina di casa che cercherà di salvare tutti con l’ausilio del suo androide-partner, animato da sentimenti poco meccanici e molto carnali.

Purtroppo per gli esseri umani, i loro vani tentativi di fuga saranno giudicati atti sovversivi, e quindi prontamente repressi dall’efficiente polizia robotizzata, incaricata tra l’altro di eliminare qualsiasi rimasuglio del passato, come i proibitissimi libri o i manufatti di un’epoca pre-industriale, il cui possesso è un reato grave, passibile persino di una condanna a morte. L’ultima speranza, come dicevamo all’inizio, risiede nei legami sentimentali della famiglia, l’unica realtà che fa la differenza tra uomini e macchine.

Purtroppo non apprezzato da una certa critica progressista, Bigbug è un film intrigante, reso ancora più avvincente dalle coloratissime scenografie digitali, che rimarranno a lungo impresse nella memoria degli spettatori.

Da vedere.

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