Cultura e Spettacoli

U2, Sting, Pink Floyd Il rock parla d’Africa ai potenti della Terra

A Londra sette ore di kermesse con grandi star: aprirà McCartney con la band irlandese vestita come i Beatles di «Sgt Pepper»

U2, Sting, Pink Floyd Il rock parla d’Africa ai potenti della Terra

Paolo Giordano

nostro inviato a Londra

Mattino presto, anche per la solita pioggerellina è breakfast time. Un poliziotto, anzi un bobby impettito e paffuto, guarda l’ingresso di Hyde Park e dice: «Sono almeno trent’anni che non è così blindato». Più avanti, sotto quei due enormi tendoni rossi che da Park Lane si vedono attraverso le cancellate, oggi andrà in scena il Live 8 e, negli uffici della Ld Communications più in là in Marlborough Street, gli organizzatori sono stupiti di «non aver avuto un infarto, tre settimane fa non sapevamo ancora nulla: solo per montare le luci ci vogliono duecento tecnici e sotto il palco ci saranno centosessantamila spettatori». Dalle due del pomeriggio fino alle nove – e guai un minuto oltre perché Lancaster Gate chiude – sul palco saliranno poco più di venti artisti, dieci minuti a testa, massimo un quarto d’ora, e avanti un altro. A prima vista i ritmi sono da balera, non fosse per i nomi in cartellone. Senza neanche un «signore e signori», i primi a salire saranno gli U2 accompagnati da Paul McCartney, tutti vestiti come i Beatles (abiti originali) e tutti impegnati a cantare Sgt Pepper Lonely hearts club band, poi Bono inizierà One con il gruppo a seguirlo e alla fine presenterà i Coldplay senza perder troppo tempo perché gli U2 alla sera suonano a Vienna e il volo è fissato alle quattro e mezza. Poi Elton John, forse introdotto da David Beckham (duetterà con il fidanzato di Kate Moss, Pete Doherty) e, a seguire, Rem, Annie Lennox (forse sarà presentata da Brad Pitt), Mariah Carey, Sting (con una divagazione stile Police di Every breath you take che include anche Message in a bottle), Madonna (Like a prayer, Music e Ray of light) e poi una lenzuolata di pesi medi fino al poker finale. Nell’ordine: Robbie Williams (che forse omaggerà Freddie Mercury dei Queen cantando We will rock you), i superstiti degli Who Pete Townshend e Roger Daltrey in Baba O’Riley e Won’t get fooled again) e i Pink Floyd. L’ultima volta che si sono visti insieme erano a pochi isolati da qui, 24 anni fa, all’Earl’s Court poi si sono sbranati a colpi di avvocati. «Bob Geldof – ha detto il batterista Nick Mason - voleva che si riformasse un gruppo ed era indeciso tra i Pink Floyd e le Spice Girls. Sul palco andremo noi, ma non so se lui ci guadagni». Nell’incertezza, suoneranno Money, Confortably numb e Wish you were here, roba che sui tigli di Hyde Park non si muoverà una foglia almeno finché Paul McCartney non tornerà (come ha preteso da primadonna) a cantare The long and winding road prima di dirigere il gran finale: tutti sul palco per il coro di rito forse con l’aggiunta di Mick Jagger e George Michael. Inutile chiedere altre informazioni: anche ieri pomeriggio le prove erano più blindate di Fort Knox, cosa che tra l’altro è la condizione essenziale per gli spacciatori di indiscrezioni. Le più belle sono su Madonna, che forse salirà sul palco con gli occhiali e vestita di tweed e che ha rovinato il lunch time agli organizzatori pretendendo 6 ore di prove per il suo quarto d’ora. Risultato: ne ha ottenuta solo una, così ha dovuto sfogarsi pretendendo di cambiare stanza in albergo per stare vicino a McCartney e di non incontrare Mariah Carey nei camerini di Hyde Park che infatti, come diceva il poliziotto paffuto, non sono mai stati così blindati (da lì si apposterà Guy Ritchie per seguire i dieci minuti della moglie Madonna).

Il più modesto è Chris Martin dei Coldplay: sua moglie Gwyneth Paltrow servirà tè e biscotti nel backstage, mentre sul palco, senza tanti complimenti, i musicisti proveranno per la prima volta nella storia a dettar legge ai politici (e non viceversa).

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