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Gli uomini che hanno il vero Potere

La vera forza di Eminenze grigie. Uomini all'ombra del potere di Lorenzo Castellani (LiberiLibri, di cui sono proprietario) è che si tratta di un saggio che si fa leggere

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La vera forza di Eminenze grigie. Uomini all'ombra del potere di Lorenzo Castellani (LiberiLibri, di cui sono proprietario) è che si tratta di un saggio che si fa leggere. Vi sembrerà un'osservazione scontata o banale. Ma solo chi ha un'enorme altezzosità culturale non ammetterà la fatica di affrontare un pesante testo di analisi politica o di sociologia del potere. Castellani scegli una strada furbissima e vincente: descrivere un fenomeno così poco esplorato dagli storici attraverso il racconto personalizzato e narrativo di alcuni uomini che in epoche diverse hanno vissuto all'ombra del potere. Chi non conosce Richelieu, da tutti considerato il Consigliere di Francia, l'uomo che guidava i governi di Re Luigi? Eppure Richelieu senza Frate Giuseppe non sarebbe quello che è, e forse la Francia nel '00 non sarebbe stata quello che è. Il potente francescano, figlio della piccola nobilità di provincia, non era un cardinale, non era un'eminenza porporata, ma appunto un semplice frate, un manovratore grigio: il capostipite delle «eminenze grige». Che dirigono nell'ombra, ma non compaiono, i reietti della Storia, pur facendola. Come scrive Carl Schmitt c'è «una legge nell'inevitabilità del potere: nessuna istituzione, per quanto saggia, nessuna organizzazione per quando sofisticata, possono eliminare l'anticamera in quanto tale. Di per se l'anticamera non può essere aggirata». E chi la frequenta, non può essere eliminato. Gli storici hanno difficoltà a raccontarla e trascurano chi la frequenta. Il rapporto tra etica e ragion di stato, passa da là, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Castellani ovviamente fa una scelta delle sue «eminenze grigie». Chi meglio di Alberto Beneduce, per noi italiani, può meglio rappresentare questo impasto di potere e visione. Socialista, mai iscritto al partito fascista, divenne il consigliere economico principe del Duce. L'unico che chiuso in una stanza con Mussolini non prendeva ordini, anzi semmai ne dava, come disse di lui Enrico Cuccia, che ne sposò la figlia. La storia di Beneduce è straordinaria e il racconto sintetico che ne fa il libro è illuminante, con tutte le contraddizioni che le eminenze accendono con la loro vita di consigli fuori dal comune. Sono dodici le figure scelte, che vanno da Sukov il tecnologo politico di Putin, a Bormann, l'eminenza grigia di Hitler. Passano per l'esule polacco Retinger - che si inventò alla fine della seconda guerra mondiale con il principe di Olanda il club Bilderberg - e per Keith Joseph Joseph, il cervello della Thatcher.

C'è da imparare e con leggerezza.

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