Cronache

Valerio: «Ho sentito Dio chiamarmi mentre suonavo queste campane»

Angelo Coriandolo

Valerio Ruggiero, classe 1989, è il più giovane socio dell'Associazione Campanari Liguri. Slanciato e dinamico, vive a Busalla, in Valle Scrivia, frequenta il terzo anno all'Istituto Socio Psico Pedagogico «Piero Gobetti» di Sampierdarena. È sportivo, va in palestra e ha a cuore le sorti domenicali della Sampdoria. Un giovane come ce ne sono tanti, Valerio, che appartiene alla Comunità «Eccomi» del Seminario Arcivescovile di Genova, impegnato in un cammino di verifica vocazionale. Cordialità e sorriso aperto sono i dati salienti di questo giovanissimo aspirante seminarista che, suonando le campane, ha udito una chiamata irresistibile. «Sono già parecchi anni che la chiamata si è fatta sentire e il mio inizio nelle campane è stata prima di tutto una passione innata, fin da piccolissimo avevo questa passione - precisa il giovane studente - sentirle suonare o anche solo vederle mi provocava uno stato di curiosità. Poi piano piano da solo con mio papà ho visitato qualche campanile, ma così, in maniera molto informale, andando a vedere, osservando - continua Valerio -. Poi nella mia parrocchia, San Giorgio di Busalla, un giorno, durante la festa patronale, il Nome di Maria che celebriamo la seconda domenica di settembre sono andato su a vedere». Ricorda: «A quei tempi avevo appena cominciato a suonare la tastiera e l'organo e conoscevo la musica. Con il mio amico Renzo Traverso, il campanaro di Busalla, ho visto come funzionavano le campane e ho cominciato a salire sul campanile per le celebrazioni e per le feste. Poi - prosegue il giovanissimo campanaro - ho conosciuto Angelo Ferrari con il quale ho preparato il timpano e le varie suonate più conosciute e quelle più semplici».
Cos'è il timpano?
«È uno strumento composto da piastre di ferro con il quale ci si allena per suonare le campane. Un metallofono particolare, praticamente, fatto come le campane, con i bassi a destra, invece che a sinistra, com'è nel sistema genovese».
Cosa ricordi di quei giorni?
«Con Angelo Ferrari abbiamo iniziato questo cammino e ho imparato com'è il funzionamento delle campane, come e in che maniera suonarle. È stato il mio maestro, insomma, ma mi piace ricordare anche il grande amico Gianni Parodi di Pra dal quale ho imparato tante cose del Pianeta Campane».
Nel frattempo, si faceva strada in te una Voce sempre più forte...
«L'idea di entrare in Seminario c'era prima e la passione per le campane l'ha sicuramente incentivata».
Come la vivi, oggi?
«Come elevazione spirituale: campane e musica sono uno strumento per arrivare a Dio, che guida e illumina il nostro cammino - risponde con un sorriso sereno -. Suonare le campane, per me è come una preghiera, come una piccola chiamata, una piccola missione. Quando suono, nei vari campanili, lo faccio in questo spirito: per servizio e con passione, per portare a una chiamata e a una missione».
Qual è la tua giornata-tipo?
«Io sono nella Comunità “Eccomi” del Seminario Arcivescovile di Genova. È una comunità di discernimento vocazionale nella quale si prospetta, si cerca di capire cosa il Signore chiede a ciascuno. È un cammino rivolto a giovani dalla seconda superiore sino agli anni universitari. Prima della Comunità Eccomi c'è il Gruppo Samuel, per la fascia di età precedente. Dopo la Comunità Eccomi c'è la scelta se entrare in Seminario oppure no. Ci incontriamo ogni due domeniche al Seminario del Righi, iniziando con un momento di preghiera comune cui segue una meditazione proposta dal Rettore o dal responsabile della Pastorale Giovanile dell'Arcidiocesi di Genova, Don Nicolò Anselmi. Segue mezz'ora di “deserto”, cioè di meditazione personale dove ciascuno può pregare e riflettere sull'argomento appena trattato, al termine della quale si condividono le cose che sono venute in mente a ciascuno. Poi si conclude con l'Adorazione Eucaristica che è il culmine della giornata. È un cammino molto interessante e molto bello perché si riesce a valutare veramente che cosa il Signore chiede a ciascuno di noi».
Ma la tua vita è fatta anche di scuola e di altre cose...
«Si, dopo questo pomeriggio insieme durante la settimana andiamo regolarmente a scuola negli istituti che frequentiamo, ritorniamo a casa e facciamo i compiti, ci vediamo con gli amici. Facciamo la vita studentesca normale, insomma. Frequento anche una palestra ovviamente sono privilegiati preghiera e meditazione personale».
Però hai anche un’altra grande passione.
«Grande passione, oltre le campane è l'organo. Accompagno le celebrazioni in molte parrocchie della mia Valle, la Valle Scrivia. Sono inoltre corista nella Corale Isorelle diretta da Padre Tarcisio Raimondo, parroco a Bolzaneto nella Chiesa di San Francesco. Faccio servizio in parecchie parrocchie della Valle Scrivia, nella fascia di territorio che va da Ronco e Isola sino a Torriglia. Da circa due mesi, inoltre, come Comunità Eccomi, sono impegnato nella Cattedrale di San Lorenzo a Genova».
In quale attività?
«Il servizio all'altare. Ci tengo molto, per me è molto importante la liturgia, la amo parecchio - dichiara Valerio - Mi piace tantissimo lo svolgimento della liturgia come ci ha tramandato la tradizione e a volte vengo indicato come “conservatore” poiché sono molto legato alle liturgie di una volta».
Ci sono figure che ti colpiscono particolarmente?
«Il cardinale Siri, che mi è rimasto molto impresso, è una figura che mi affascina particolarmente. Ho letto molto su di lui e poi, parlando con Monsignor Barabino (attuale Vescovo Emerito di Ventimiglia Sanremo, dal 1953 al 1974 Segretario particolare del grande Pastore genovese) ho avuto modo di conoscerlo ancora meglio. Di Siri Mi affascina la sua determinazione, il suo modo di agire, di essere cardinale e pastore, cioè persona che sapeva coniugare la liturgia come espressione solenne alla grande umanità della sua persona. Un Pastore vero, insomma. Un grande dono per Genova che è proseguito nei suoi successori».
Tornando a te, chi ti è stato vicino nel momento della scelta?
«Il Parroco di San Martino di Semino, Don Carlo Zambosco, e anche Monsignor Martino Canessa, Vescovo di Tortona che ho avuto modo di conoscere quando mi trovavo a suonare da quelle parti. Don Alessandro Buccellato parroco al Promontorio di Sampierdarena, Don Carlo Canepa, ex parroco di Busalla ora alla Cella di Sampierdarena, il clero del vicariato di Busalla. E poi Padre Tarcisio, della Corale Isorelle» .
Cosa ti piace del Sacerdozio?
«L'essere tutto di Dio e quindi essere tutto di tutti. Come diceva il cardinal Siri nel suo Testamento, verso la fine - cita a memoria Valerio - “niente vale più dell'amare il Signore e i fratelli per amor suo, dimenticare sé e servire Dio in tutti gli altri”».
Come è vissuto in famiglia il tuo cammino?
«La mia famiglia non ha mai frapposto ostacoli. Sono secondo di due figli e felicemente zio di un nipotino che quando sente suonare le campane, ovunque si trova, esclama “Questo è Zio Valerio”».


Uno zio speciale che, con le sue mani e il suo cuore, porta a tutti la voce del Padre.

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