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Vanno in pensione a dieci anni Un test a chi li vuole adottare

A dieci, massimo dodici anni un cane poliziotto diventa pensionato. A quel punto viene definito «non più patrimonio dello Stato». Ci sono poi cani che durante il servizio si ammalano o subiscono dei traumi. Svolgono un lavoro molto usurante. Sono circa una ventina i cani poliziotto che vengono riformati mediamente ogni anno. Per loro e per i pensionati la polizia garantisce un futuro sicuro. «Nel 90% dei casi il cane viene adottato dal suo conduttore ci spiega il direttore del centro di coordinamento dei servizi cinofili di Nettuno, Mario Cardea il cane diventa un compagno, una persona della famiglia. Ci devono essere motivi particolari per cui il conduttore non prenda il suo cane». Ma qualche volta succede, e così sul sito della polizia, www.poliziadistato.it, è stata istituita la bacheca «Adotta un cane poliziotto» (nella foto, la pagina web), in cui vengono pubblicate le schede degli ex agenti a quattro zampe riformati. I nuovi padroni possono essere privati oppure famiglie. Si richiedono «persone che abbiano esperienza con cani da guardia e da difesa». Nelle schede vengono descritte le caratteristiche psicologiche del cane ed eventuali problemi di salute o allergie alimentari. Brix, Toky e Querry, tutti pastori tedeschi, sono alcuni degli ultimi adottati. La domanda va inviata al centro della polizia di Nettuno.

Segue poi un colloquio con l'aspirante padrone per valutare le capacità «di gestione dell'animale». EFo

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