Vaticano

"Due popoli due Stati? Una soluzione saggia"

Intervista di Francesco al direttore Gian Marco Chiocci. Sul Medio Oriente evoca gli accordi di Oslo e cita indirettamente Pio XII

Il Papa sulla crisi in Israele: "Due popoli due Stati soluzione saggia"

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Il Papa sulla crisi in Israele: "Due popoli due Stati soluzione saggia"

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Nel giorno della festa di Ognissanti, il Papa parla per la prima volta ai microfoni del Tg1 in un'intervista a tu per tu condotta dal direttore Gian Marco Chiocci. Quasi un'ora di colloquio sui grandi temi d'attualità, quelli che stanno più a cuore al Pontefice come la guerra in Medio Oriente e in Ucraina, il dramma delle migrazioni, il Sinodo. Ma c'è stato spazio anche per svelare l'aspetto più privato dell'uomo salito sul soglio petrino ormai quasi undici anni fa.

Basta armi

Inevitabile parlare della guerra con l'aggravarsi della situazione in Medio Oriente. Francesco ha detto la sua citando indirettamente il suo predecessore Pio XII. Al direttore del Tg1 ha infatti detto che "ogni guerra è una sconfitta" aggiungendo che "non si risolve nulla con la guerra" mentre "tutto si guadagna con la pace, con il dialogo". Parole che richiamano lo storico "nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra" pronunciato da Pacelli nel 1939, con la seconda guerra mondiale alle porte.

L'appello trasmesso in onda questa sera è nel solco di quanto affermato oggi al termine dell'Angelus per Ognissanti. "La guerra è ancora troppo forte", aveva affermato affacciato su piazza san Pietro aggiungendo di continuare a "pregare per le popolazioni che soffrono a causa delle guerre di oggi" e di non dimenticare "la martoriata Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, non dimentichiamo Israele".

Crisi in Medio Oriente

Le immagini dei massacri di Hamas a Gaza e della successiva reazione israeliana sono state al centro della domanda rivolta a Francesco da Chiocci. Il Papa ha detto la sua sulla questione israelo-palestinese, sostenendo che sono "due popoli che devono vivere insieme" e definendo una "soluzione saggia" il "due popoli due Stati". Poi ha citato l'accordo di Oslo: "due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale". Per Francesco quella che stiamo affrontando è un'ora molto buia e rappresenta "una sconfitta in più". In generale, Francesco ha detto che questa tendenza ricorre dal 1945 perchè "le guerre non si sono fermate".

Come più volte ha fatto nelle sue omelie, il Papa è tornato a scagliarsi contro l'industria delle armi, ripetendo quando già detto citando un'economista da lui incontrato secondo cui oggigiorno gli investimenti maggiori si fanno con le armi.

Il Papa ha rivelato a Chiocci di chiamare tutti i giorni la comunità cristiana a Gaza, in particolare il viceparroco, Iusuf Asad. La chiesa della sacra famiglia, parrocchia di Gaza, è stata risparmiata fino dai bombardamenti e dà ospitalità sia a cristiani che mussulmani, ha detto il Pontefice. Poi Bergoglio ha paragonato l'attuale situazione in Terra Santa alla crisi siriana del 2013, col suo appello ai governanti a fermarsi prima di far scoppiare una guerra ancora più sanguinosa. Quello, ha detto Francesco, fu il momento più duro del suo pontificato. Francesco si è detto anche ottimista sul fatto che la "saggezza umana fermerà escalation". Invitando tutti a non abituarsi ai conflitti, il Papa ha ricordato che oltre ad Ucraina e Terra Santa, tragedie che sentiamo vicine, ci sono altri drammi nel mondo ed ha citato il Myanmar definendo "martiri" i rohingya.

La guerra in Ucraina

Non è mancato un passaggio sulla guerra in Ucraina, con le parole del Papa sul popolo ucraino che è un "popolo martire" già vittima delle persecuzioni al tempo di Stalin. Questo il commento di Francesco:"qualsiasi cosa gli fa rivivere quel martirio. Li capisco ma ci vuole la pace, fermatevi e cercate un accordo di pace. Gli accordi sono la vera soluzione".

Bergoglio ha raccontato a Chiocci di essere andato all'ambasciata russa presso la Santa Sede il giorno dopo l'invasione dicendosi disponibile ad andare a parlare di persona con Vladimir Putin per fermare la guerra. Ha raccontato che l'ambasciata si è "comportata molto bene" nel liberare "le persone che si potevano liberare". Il Papa ha spiegato che di fronte alla sua offerta, il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov lo ringraziò ma disse che non sarebbe stato necessario quel viaggio.

Migranti

Chiocci ha chiesto al Papa perchè l'Europa ha lasciato sola l'Italia. Il Papa ha ricordato di essere figli di migranti e che la 'sua' Argentina è un Paese di migranti, compresi tanti mediorientali. "Io sono abituato a vivere in un Paese di migranti", ha ricordato il Papa

"Ci sono state migrazioni brutte nel Dopoguerra ma oggi è una cosa molto drammatica" ha detto Bergoglio citando i cinque Paesi che soffrono di più per i flussi: Cipro, Malta, Grecia, Italia e Spagna. Francesco ha di nuovo parlato di di "crudeltà dei lager libici" ed ha insistito sul fatto "che l'Europa deve essere solidale" coi cinque Paesi più coinvolti che "non possono prendere tutti". Tuttavia, Francesco ha rilanciato sulla necessità dell'accoglienza dicendo che "abbiamo bisogno dei migranti perché non facciamo figli" ed ha poi citato il modello d'integrazione svedese coi migranti latinoamericani in fuga dalle dittature nel Novecento. Un modello a cui si oppone quello che invece, secondo il Pontefice, si sarebbe visto in occasione dell'attentat terroristico all'aeroporto di Bruxelles-National: "i ragazzi - ha detto il Papa - erano tutti migranti ma migranti non inseriti, chiusi e questo è brutto". Per Bergoglio la politica migratoria deve essere costruttiva ma anche "paneuropea", motivo per cui ha lodato la visita di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, a Lampedusa: "mi è piaciuta".

Sinodo

Interrogato sul Sinodo e sulle istanze per dare più spazio alle donne nella Chiesa, Bergoglio ha rivendicato il ruolo assegnato a suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Per Francesco è positivo dare posizioni d'influenza alle donne perché "hanno un fiuto speciale per la situazione" e "vanno inserite nel lavoro normale della Chiesa". Ma il Papa torna a chiudere sull'ipotesi ordinazioni perché "c'è un problema teologico", aggiungend che "la Chiesa è donna" e che "il potere delle donne nella Chiesa è più importante di quello dei maschi ministri" perché "è più importante Maria che Pietro".

Del Sinodo sulla sinodalità, durante il quale si è discusso anche dell'ipotesi del diaconato femminile, Bergoglio ha dato un giudizio positivo lodando il fatto che i padri sinodali siano riusciti a fare un documento finale destinato ad essere studiato nella seconda e ultima sessione dell'anno prossimo

Sull'abolizione dell'obbligo di celibato sacerdotale, ricordando che è "una legge positiva, non naturale" e che nelle Chiese orientali ci sono sacerdoti sposati, Francesco ha detto che è "una legge che può essere tolta, non c'è problema" ma ha poi aggiunto di non credere che questa abolizione possa aiutare nell'aumento delle vocazioni, pur riconoscendo che - a suo dire - toglierebbe il problema della "spiritualità di zitelli" di molti preti. Sull'omosessualità, ha rivendicato che il suo appello "todos, todos, todos" quando dice che la Chiesa riceve tutti si riferisce a tutte le persone. Ma ha anche detto che "altra cosa sono le organizzazioni che vogliono incarichi".

Non sono di sinistra

Francesco aveva già detto di non essere comunista. Prima ancora, in un'intervista dell'agosto 2013 a padre Antonio Spadaro, il Papa aveva ammesso di non essere mai stato di destra. A Chiocci, invece, Bergoglio ha chiarito di non sentirsi un Papa di sinistra.

Il Papa ha anche detto che destra/sinistra sono qualifiche non reali. "La vera qualifica sono coerente/non coerente", ha detto citando l'esempio di Paolo VI che "non aveva nulla di comunista o sinistrorso" e che fu oggetto di attacchi in quanto innovatore, a suo dire.

La fidanzata

Tra le questioni private, il Papa ha parlato anche di quando aveva una fidanzata prima di diventare un seminarista. Bergoglio aveva raccontato di aver avuto una "fidanzatina" - questo il termine che utilizza - nel libro "Il Gesuita" scritto nel 2010 dai giornalisti argentini Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin. Questa esperienza risale al periodo precedente la vocazione, mentre nel suo libro "Il cielo e la terra" aveva ricordato un'infatuazione successiva, quando era già un giovane seminarista e rimase colpito da una ragazza al matrimonio di uno zio. "Pensai a lei per diverso tempo e non riuscivo a togliermela dalla testa", raccontò Bergoglio spiegando poi di aver scelto di continuare il cammino religioso. Della prima ragazza, quella conosciuta prima di entrare in seminario, Francesco ha raccontato a Chiocci che lavorava nel cinema e l'ha definita "buona" ricordando di aver conosciuto suo marito, anni dopo, quando era già diventato arcivescovo di Buenos Aires.

Le sorprese del Papa

È nota la passione di Francesco per il calcio. Tifosissimo del San Lorenzo de Almagro, non ha mostrato lo stesso trasporto per la nazionale argentina. Lo scorso dicembre, infatti, era trapelata la notizia di un suo forfait davanti al televisore per la finale dei Mondiali tra l'Albiceleste e la Francia. Un'ulteriore conferma sembrerebbe arrivare dalla risposta data a Chiocci su chi preferisce tra Lionel Messi e Diego Armando Maradona: Francesco, a sorpresa, a questi due nomi ha aggiunto quello del brasiliano Pelè che sembra preferire. Il Papa ha avuto belle parole per tutti e tre, anche se ha dett che "Maradona come giocatore fu un grande, come uomo ha fallito, è scivolato con la corte di coloro che lo lodavano e non lo aiutavano". Francesco ha raccontato un incontro in aereo con Pelè, definito uomo di grande umanità,

Il precedente

Non è la prima che Chiocci intervista il Pontefice. Era già successo tre anni fa in un colloquio per l'AdnKronos - agenzia diretta all'epoca dal giornalista romano - dal quale emerse una sintonia personale tra i due e che toccò argomenti delicati come la pandemia, il rapporto con Benedetto XVI, le critiche, la salute e persino la successione. "Anche io ci penso a quel che sarà dopo di me, ne parlo io per primo", ammise Bergoglio.

Tra le non poche interviste concesse da Francesco in questi quasi undici anni sul soglio petrino, quella realizzata da Chiocci con l'emergenza coronavirus ancora in corso può essere ricordata come una delle più confidenziali.

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