Vaticano

"Ho provato a dire a Ratzinger...". La rivelazione di padre Georg

Ospite a Bergamo per celebrare il ricordo di Papa Ratzinger, l'ex segretario ha ricordato la sofferenza del pontefice per "la sporcizia nella Chiesa"

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Padre Georg Ganswein in Italia a un anno dalla morte di Benedetto XVI. Già segretario particolare di papa Ratzinger, l'ex prefetto della Casa pontificia ha trascorso la festa dell'Epifania a Bergamo, nella parrocchia del Sacro Cuore su invito del parroco, don Daniel Boscaglia. Una data speciale per il religioso, l'undicesimo anniversario di ordinazione episcopale. Un'occasione speciale per ricordare l'ex pontefice tedesco, a partire dalle dimissioni e dai dialoghi privati di quei giorni: "Fu un colpo durissimo. Gli dissi ‘Santo Padre, non può farlo’. Ma mi spiegò che aveva lottato e aveva sofferto, ma non aveva più le forze fisiche e psichiche per esercitare quella responsabilità. Non c’entrano le lobby gay, lo Ior, la pedofilia, Vatileaks - ha proseguito padre Georg - Non è fuggito, non ha detto ‘ne ho le tasche piene’, ma ha rinunciato per amore di Dio e della Chiesa".

"Aveva detto fin dall’inizio ‘il mio pontificato sarà breve’ per l’età, e dopo la rinuncia era convinto che non avrebbe vissuto più di un anno", ha aggiunto padre Georg, come riferito dal Corriere della Sera. L'ex segretario di Ratzinger ha preferito dribblare le domande su papa Francesco - Bergoglio lo ha cacciato dal Vaticano, spedendolo in Germania - per poi soffermarsi sui rapporti tra il pontefice emerito e papa Giovanni Paolo II. Non sono mancate le frizioni, ha ammesso padre Georg, ma i due parlavano almeno una volta la settimana: "C'erano differenze sugli incontri di Assisi, le canonizzazioni e altre questioni, ma discutendo le superavano". Secondo monsignor Ganswein senza Ratzinger il pontificato di Giovanni Paolo II non sarebbe stato lo stesso: "Per lui è stato un amico fidato e lo ha riconosciuto pubblicamente”.

Papa Francesco riceve in udienza padre Georg dopo la cacciata

Il ricordo di padre Georg è particolarmente emozionante, a testimonanza del legame intaurato con Benedetto XVI. Un uomo la cui vocazione non era la carriera ecclesiastica ma quella del professore universitario: "Ma una volta arrivato al Soglio, affrontando questioni come la pedofilia, aveva un forte senso di responsabilità. Già da cardinale aveva visto che il grosso problema della Chiesa non sono le persecuzioni o gli attacchi da fuori ma la sporcizia che è prodotta all’interno. Questo gli costava molto. Non l’abbiamo mai visto piangere perché era molto controllato e dominava le emozioni ma soffriva".

L'incontro di Bergamo si è chiuso con una frase molto significativa da parte del religioso tedesco: "Sento la sua onnipotenza spirituale ma la sua presenza fisica mi manca molto".

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