Cronache

La vecchia «Baistrocchi» era così

Alessandro Massobrio

Se qualcuno chiedesse ad una «ballerina» della vecchia, gloriosa Baistrocchi che cosa diavolo vuol significare, nella lingua di Cicerone, l'espressione -bella intestina, c'è da giurare che maccheronicamente risponderebbe trattarsi di intestini belli e ben lubrificati. Al riparo, dunque, da coliche o possibili stitichezze.
La realtà, invece, è ancora una volta più paradossale della fantasia. Perché nel nostro caso proprio di guerre civili, di conflitti interni si tratta e ad essere lacerata altra non è se non la vecchia e gloriosa Bai, che si ritrova, oggi come oggi, con due compagnie goliardiche, l'una contro l'altra armata e per nulla disposte ad abbassare le armi. Sino almeno alla resa incondizionata della propria sorella - nemica.
Ma è indispensabile, a questo punto - come dicevano i romanzieri dell'Ottocento - compiere un passo indietro per esplorare l'antefatto di tanto sconquasso. Lo spettacolo che sta per andare in scena al Teatro della Gioventù oggi, domani e giovedì, ore 21,00), sotto il titolo un po' malinconico di Eravam Ragazzi… (che come voi amavan Beattles e Rolling Stones) è l'espressione dello zoccolo duro e puro della vecchia Bai.
Sembra, in altra parole, che la compagnia di Bai Bai Calla, che darà vita allo spettacolo, discenda direttamente, senza incroci o contaminazioni, dai lombi opimi dei baistrocchini originari, vale a dire dal mitico gruppo degli anni Cinquanta, composto da Tortora, Perani, Villaggio e De Andrè. Gruppo che, fusosi in un secondo momento con la rivista universitaria Caracalla, avrebbe poi generato l'attuale cast. Per cui i più famosi e conosciuti rivali, quelli che vantano in Edo Quistelli, Marco Biancalana e soprattutto nel regista Piero Rossi i propri punti di forza, altro non sarebbero che l'espressione della decadenza baistrocchina.
Decadenza perché - e ce lo spiegano ad un tavolino del Bar Crippa il regista Lucio Dambra, in compagnia di Francesco Aimi, Peo Campodonico, Mario Dighero, Giovanni Massari e Nico «Fontanegli» - lo spirito della compagnia goliardica delle origini si sarebbe perduto sotto coreografie faraoniche, eccessiva politicizzazione e un professionismo strisciante, che mira più agli incassi che al divertimento puro e semplice.
Siamo dunque anni luce lontani dagli obiettivi dei Bai Bai Calla, gli incassi dei quali sono totalmente devoluti al sostentamento di sei persone, affette da distrofia muscolare, che compongono la casa - famiglia di via Brigate Partigiane. Chi ha dunque interesse a trascorrere una serata davvero in allegria - e sembra che le prime tre edizioni della rivista (A volte ritornano; A volte ritornano 2, finché ce la fanno; A volte ritornano 3) abbiano fatto registrare un clamoroso tutto esaurito - si affretti a procurarsi un biglietto. Tutti i giorni, dalle 14,30 alle 18,30. Assisteremo, tra le altre, alle esibizioni delle By Pass Girls e dei Liguria Dream Boys, detti anche 10 per 100 (naturalmente, chili), agli sketch di G.L. Bona e Massimo Quistelli (fratello più giovane del più famoso Edo e capofila, sembra, di un non indifferente gruppo di baistrocchini decisi a cambiare bandiera sotto cui militare), nonché al consueto srotolamento di intere confezioni di carta igienica.
Per concludere, autori e registi consigliano agli spettatori di portarsi a presso quantità industriali di panini o di altre derrate alimentari, perché l'orario di fine spettacolo sembra perdersi nella notte dei tempi.

Auguri a tutti, dunque, nel nome, naturalmente, delle intestina bella.

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