Veltroni? Per la storia sarà "l'affittacamere"

Ho rivisto Veltroni l'altra sera in tv e ave­va l'aria dell'agente immobiliare. Poi ho scoperto che la sensazione era fonda­ta: con le case aum-aum ai compagni, passerà alla storia di Roma come l'Affitta­camere. Anche se ha l'aria mite da puffo, arrivo a preferirgli l'orco Bersani, sosia di Gargamella. Veltroni ha un'idea diaboli­ca del presente: da quando governa Ber­lusconi, ha detto, «siamo all'inferno». Ec­co un caso esplicito di demonizzazione del nemico. Il dantesco Walter se la pren­de con Berluscon dimonio. Ma se lui è fi­nito nell'angolo cottura, la colpa è del suo partito che lo ha bollito e magari del­la Littizzetto che ha usato il suo nome Walter come nomignolo del pene. Rispolverando il vecchio repertorio, Walter ha invocato una «destra euro­pea ».

Vorrei capire come si decidono i re­quisiti di una destra formato europeo: c'è una direttiva dell'Unione europea che ne stabilisce la misura consentita, come per le banane? C'è un misuratore standard come per le valigie nei voli Ryanair che dà le dimensioni esatte per imbarcare la destra in Europa? E la sinistra non deve passare da nessun normal detector che misura se è conforme all'Europa, o nel suo caso basta l'autocertificazione? An­che il suo seguace Fini ripete a pappagal­lo la menata veltroniana della destra eu­ropea. Ma non c'è mai stata una destra unica europea e nemmeno una destra che somigliasse a un'altra. Non era forma­to standard la destra di De Gaulle, profon­damente francese, come è oggi quella di Sarkozy; non era europea la destra della Thatcher, così britannica, come oggi i to­ries di Cameron; non erano omologate la destra spagnola di Aznar e quella teutoni­ca di Kohl.

Tra loro le destre non si somi­gliano perché la destra è più legata alla storia, alla vita, alle tradizioni e al caratte­re del suo popolo, è più nazionale anche quando è europea. E questo vale pure in Italia. Avremo una democrazia matura quando non sarà l'avversario a stabilire i requisiti del suo antagonista, semmai i suoi elettori.

Ma chi glielo spiega a Veltro­ni che quando Dante evoca il Veltro che salverà l'Italia dall'inferno non si riferiva mica a lui? I suoi sogni sono vani (e acces­sori).