Cronache

Le verità di Sessarego su cinquant’anni di sport

«Verità verità ti dico: questo calcio non mi piace più. Ormai contano solo scioldi. Per scioldi di televisione partite non cominciano più a stessa ora di stesso giorno, che era sale di calcio...». Chi parla è Vujadin Boskov intervistato da Piero Sessarego nell’ottobre 1999. E questo grido di battaglia «Verità verità» è diventato oggi il titolo del libro (ma in copertina c’è anche l’immagine di Franco Scoglio) che lo stesso Sessarego ha pubblicato in questo giorni e che è stato presentato ieri pomeriggio. E Boskov non poteva mancare all’incontro del Teatro della Gioventù dove sono intervenuti pure l’amministratore delegato della Sampdoria Beppe Marotta, il pugile Bruno Arcari, il professor Andrea Chiappuzzo e l’ex sampdoriano Luca Pellegrini.
Un libro che in 464 pagine ripercorre una storia dello sport, locale e nazionale, lunga cinquant’anni. Una sorta di antologia dove i diversi servizi e le diverse interviste di Sessarego, prima giovane giornalista in cerca di scoop, poi affermato cronista e commentatore sportivo, si susseguono in ordine cronologico introdotte da piccoli commenti illustrativi redatti oggi dall’autore. Davanti al pubblico di sportivi, e non solo, ne hanno parlato Giancarlo Padovan, direttore di Tuttosport, Lanfranco Vaccari, direttore del Secolo XIX, e Massimiliano Lussana, caporedattore di «il Giornale».
Cinquant’anni di sport, ma anche di storie private. Come la nascita delle due figlie, prima Roberta («in omaggio alla struggenter canzone di Peppino di Capri»), poi Sabrina («sotto l’influenza della deliziosa interpretazione di Audrey Hepburn nell’omonimo film»). E storie, e forse questa è la parte più intrigante del libro, raccontate da dietro le quinte, aneddoti inediti come quello su Heriberto Herrera, allora tecnico della Sampdoria, che cercava di «stendere» a colpi di bicchieri di whisky i giornalisti più «scomodi».
In cinquant’anni di cose ne sono accadute e non solo nel calcio. Sessarego infatti ci aiuta a ripercorrere grandi eventi legati al mondo della pallanuoto, del pugilato, del golf, della ginnastica, dell’atletica, del ciclismo, dello sci e del rugby.
E poi le foto. Un vero album di immagini, la maggior parte in bianco e nero: da Fulvio Bernardini che gioca a tennis con Renato Rascel e Valletta Cambiaso al passaggio di Felice Gimondi sul Passo della Bocchetta, da Roberto Vieri, papà di Bobo, che palleggia al Lido, a un giovane Paolo Mantovani in tivù, da Ginaluca Vialli con una testata di riccioli biondi versione scudetto, fino al palcoscenico della Baistrocchi con Edoardo Quistelli.
Il «come eravamo» si ferma al febbraio 2003. Un utile «ripasso del passato», come lo definisce l’autore, per meglio affrontare il futuro. In quello di nonno Piero, oggi - lui dice - ci sono solo gli adorati nipotini Francesco e Federico.

Noi siamo sicuri che un angolino, e neppure troppo piccolo, per lo sport ci sarà sempre.

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