La verità sul 25 aprile che i comunisti nascondono

25 aprile. È assiomatico che l’Italia, nel 1945, è stata liberata dal nazifascismo dai partigiani comunisti. La verità storica, quella dei fatti, non della storiografia e propaganda marxista che ha imperato incontrastata per decenni, è che l’Italia è stata liberata dagli alleati con l’aiuto (limitato, per uomini e mezzi) dei partigiani. Mentre i partigiani non comunisti lottavano per riportare in Italia la democrazia, quelli comunisti lottavano per portare in Italia, non la democrazia, bensì il regime comunista, alla stregua di quello che l’armata rossa impose nell’Europa centro-orientale e nella Germania dell’Est. I partigiani non comunisti non parteciparono alla indecente esposizione del corpo di Mussolini e della Petacci in Piazzale Loreto a Milano, non rubarono l’oro di Dongo e deposero le armi il 25 aprile 1945; mentre i partigiani comunisti trucidarono altri partigiani cattolici (tra i quali il fratello di P.P. Pasolini) a Porzus e altrove, massacrarono poi almeno 20.000 italiani (anche ragazzine di 13 anni: Giampaolo Pansa scripsit) nel c.d. «triangolo rosso», dal 26 aprile 1945 fino alla fine del 1946 (dopo oltre un anno e mezzo dal termine del conflitto!), quando Togliatti si compiacque di dire «Basta».

Questa è la verità, non quella che ci viene propinata da 50 anni di ipocrisia rossa.

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