Cronache

Vernazza, «padre» degli ospedali

Vernazza, «padre» degli ospedali

L'annuncio inatteso che Ettore Vernazza verrà beatificato e che la cerimonia potrà svolgersi a Genova, ha suscitato in me viva letizia ed intensa emozione e ritengo che l'iniziativa meriti il plauso di tutti i cittadini. Celebrare Ettore Vernazza non vuol dire soltanto riconoscere l'importanza dei valori di cui egli fu portatore ma altresì richiamarsi alle tradizioni ospedaliere e caritative che rappresentano un vanto per la nostra città e che risalgono all'alto medioevo. Genova, città di commercio e di conquiste, nei secoli d'oro della sua potenza seppe dotarsi di numerosi ospedali , allo scopo di offrire cura e assistenza non solo ai residenti ma anche alla moltitudine di forestieri, che per via di mare capitavano numerosi, ai soldati e ai naviganti in transito nella città.
L'Ospedale di Pammatone, fondato nel 1423 dal giureconsulto Bartolomeo Bosco («sul suo e a sue spese» fece costruire il primo reparto) fu il primo «Ospedale Grande» dell'intera penisola. Destinato ad incorporare e sostituire, con una concezione di avanguardia, i piccoli ospedali non più all'altezza dei tempi, il Pammatone era, per statuto, un Ospedale per acuti e per feriti. La presenza di ammalati cronici avrebbe impedito l'avvicendarsi nelle corsie ed in breve l'Ospedale non avrebbe potuto più svolgere la sua funzione. Pochi anni dopo, per iniziativa di alcuni cittadini benemeriti, si costituì il «Ridotto dei poveri infermi di S.Maria» che, nel 1471, iniziò a raccogliere malati cronici in un edificio poco distante, detto l'«Ospedaletto». Nel solco di questa solida tradizione ospedaliera si pone l'importante figura di Ettore Vernazza che fa sua l'idea dell'Ospedale per cronici e fonda nel 1499 l'«Ospedale degli Incurabili» a cui devolve quasi l'intero suo patrimonio. Né va dimenticato che il munifico benefattore, fortemente sensibile ai valori culturali, aveva stabilito, nel suo «Instrumentum locorum», i fondi per l'istituzione della Scuola di Medicina di Pammatone che fu avviata nel 1635, anticipando di quasi due secoli la nascita della Facoltà.
La continuità di questa tradizione vede la nascita dell'Ospedale San Martino, prosecutore dell'opera di Pammatone e degli Incurabili, per decisione assunta nel 1905 dall'amministrazione cittadina. Le belle statue di Bartolomeo Bosco e di Ettore Vernazza, provenienti da Pammatone, sono degnamente collocate nell'atrio monumentale del Palazzo dell'Amministrazione.

«Hic ames dici pater» è il verso oraziano che significativamente figura nell'iscrizione sul basamento della statua di Ettore Vernazza ed è anche il motto scelto dal Collegio dei Primari dell'Ospedale San Martino, che a quegli stessi valori e a quei principi ha sempre improntato la sua missione.
Presidente Collegio dei Primari
Ospedale San Martino

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