Roma

«Vi lascio un’emozione»

Quando l’anno scorso le assegnarono quella canzone, lei si spaventò non poco. Lei non aveva neanche due anni quando una tragica domenica di maggio le televisioni interruppero la programmazione per annunciare la morte di Mia Martini. Ma per chi «lascia una canzone», Mimì resta sempre Mimì. Così ecco accettare la sfida. Vinta a pieni voti, visto che per quella stupenda esecuzione di Almeno tu nell’universo si è pure conquistata il premio della critica. E siccome nella vita non accade mai nulla per caso, vinto al Teatro Ariston e con il brano di un’artista a cui il premio della critica del Festival è intitolato. Da brividi, insomma.
In fondo non poteva essere altrimenti, visto che la teoria di Veronica Liberati, astro di «Ti lascio una canzone», è molto semplice: «Per me la cosa più importante è trasmettere emozioni. Ci sono cantanti che hanno una potenza vocale inferiore di altri, ma quando cantano, chiudi gli occhi e immagini la scena. Allora sono brividi. Ecco, il mio obiettivo è questo: trasmettere sensazioni a chi mi ascolta».
Così vai su Youtube, selezioni Veronica Liberati, scegli «Almeno tu nell’universo», cuffiette nelle orecchie, occhi chiusi e… vero, è proprio così. «Quando mi hanno assegnato il brano ho detto: ragazzi, guardate che io non ho l’esperienza di Mia Martini che è riuscita a far immaginare quest’uomo che lei considera diverso dagli altri. Provo a farlo, ma con la mia esperienza di sedicenne».
Forse, con oggi, è più corretto dire di diciassettenne, visto che Veronica (reduce dalla prima liceo classico all’Albertelli, zona Termini) ha visto la luce esattamente il 19 giugno di 17 anni fa. E quali fossero le sue intenzioni lo ha dimostrato immediatamente. Destando non poche preoccupazioni a mamma Patrizia e papà Massimo che, spaventati che una bimba in età da asilo potesse avere una potenza vocale di quel calibro, addirittura sono ricorsi al consulto del medico. Il quale, per fortuna, non si è scomposto più di tanto: «I malati siete voi: lasciatela cantare. Questa è la sua voce». Voce che Veronica possiede in maniera del tutto naturale, senza neanche aver seguito corsi di canto (se non due mesi l’anno scorso prima di ricevere il via libera per la seconda edizione di «Ti lascio una canzone»). «Per me - prosegue Veronica - cantare rimane una passione. Iscriversi ad una scuola avrebbe voluto dire farne una professione. E non è il mio obiettivo. Se, per assurdo, dovessero dirmi: da domani non vai più in televisione, me ne farei una ragione. E di certo non smetterei di cantare».
Semplicità e spontaneità gli aggettivi ricorrenti sul fan book del suo sito web. E si ricreda pure chi pensa che a Veronica la notorietà di «Ti lascio una canzone» possa aver dato alla testa: «Io rimango quella di sempre. Come tutti gli adolescenti, poi, anche io ho dei cantanti per i quali impazzisco e magari l’idea di fare dei duetti mi emoziona. Però non al punto da impazzire. Se proprio devo strapparmi i capelli per qualcuno o qualcosa, allora lo faccio per una divisa». Abbiamo sentito bene? «Sì: sono fissata con l’Arma dei carabinieri che mi affascina e il mio futuro lo vedo nelle vesti di criminologa». E se Veronica pensa già di risolvere i casi esattamente come canta, i signori serial killer è meglio che cambino mestiere.
Ma il criminologo a volte può dover andare in trasferta. E lì Veronica inizia a storcere un po’ il naso: «Per carità, mi piace fare trasferte. Ma poi voglio tornare sempre a Roma. L’anno scorso sono stata per tutto il periodo di “Ti lascio una canzone” buona parte della settimana a Sanremo, tornando a casa solamente il lunedì e il martedì. Sono stata benissimo, ci mancherebbe. Ma ogni volta che tornando vedevo il cartello “Roma” mi si riempiva il cuore di gioia». Una passione smodata per Roma, dunque. Ma anche per la Roma di Francesco Totti e del futuro capitano Daniele de Rossi che in questi giorni sta facendo molto bene ai campionati del Mondo di calcio in Sudafrica con la nazionale italiana. E qui in casa sono tutti d’accordo sull’amore per la «magica», anche il fratellone Simone. Certo, riuscisse a convincere anche il biancoceleste fidanzatino Giulio, sarebbe meglio, anche perché avere un futuro marito-genero-cognato che vaga per casa gufando e andando in visibilio quando segna l’Inter, forse la tentazione di far fare a Veronica la praticante-criminologa può essere davvero forte.
Sarà pure solamante una passione il canto. Ma sarebbe un crimine (questo sì) che Veronica non condivida la sua voce. Così ecco in prossima uscita (previsto per fine anno) un cd di otto brani inediti. Dunque «Almeno tu nell’universo» non dovrebbe esserci.

Ma per fortuna Veronica Liberati nell’universo c’è eccome.

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