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Il video che smaschera Renzi: "Ecco gli 11 milioni per Greta e Vanessa"

Un'inchiesta di sei mesi di al Jazeera fa luce sulle modalità con cui l'Italia paga riscatti in denaro. L'emittente qatariota è entrata in possesso delle fotografie del riscatto di 11 milioni di dollari pagati ad al Nusra per il rilascio di Greta e Vanessa

Il video che smaschera Renzi: "Ecco gli 11 milioni per Greta e Vanessa"

Un'inchiesta di sei mesi di al Jazeera fa luce sulle modalità con cui alcuni governi trattano con gruppi armati pagando riscatti in denaro (guarda il video). Tra questi c'è anche l'Italia. Che ha pagato milioni di dollari per il rilascio del giornalista della Stampa, Domenico Quirico. L'emittente qatariota è anche entrata in possesso delle fotografie di un riscatto in denaro di 11 milioni di dollari pagati sempre dall'Italia al Fronte al Nusra, il gruppo armato siriato vicino ad al Qaeda, in cambio del rilascio di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Le mazzette dello stato italiane impilate su un tavolo e passate ai terroristi incastrano il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che nei giorni scorsi aveva giurato di non aver mai pagato per il rilascio delle due cooperanti lombarde.

Da Quirico alle cooperanti Greta e Vanessa, l'Italia si è trasformata nel bancomat dei terroristi. Documenti dei servizi ottenuti da al Jazeera svelano, infatti, anche come l'Italia sia intervenuta nelle trattative con i pirati somali e abbia negoziato un accordo pagando 525mila dollari per il rilascio dello skipper Bruno Pelizzari e della compagna sudafricana, Deborah Calitz, nel giugno del 2012. In quel caso i governi italiano e sudafricano hanno fornito ai media una versione falsa sostenendo che il rilascio degli ostaggi era stato ottenuto con un audace raid delle forze somale sostenute dall'Occidente. La stessa pantomima portata avanti dal governo Renzi per coprire il pagamento del riscatto per Greta e Vanessa. "Invito a non prendere per oro colato presunte notizie di un tribunale islamico di una milizia siriana", aveva detto nei giorni scorsi Gentiloni. E il ministro Maria Elena Boschi gli aveva dato man forte durante il question time alla Camera: "Occorre molta prudenza e evitare la 'cassa di risonanza' perché ci sono altri connazionali sequestrati in aree di crisi". Una versione, quella del titolare della Farnesina, che cozza con quanto è emerso dal tribunale di Abizmu, la località a sud-ovest di Aleppo dove Greta e Vanessa erano scomparse il primo agosto 2014.

Uno dei capi-milizia locali coinvolti nel sequestro e nei negoziati con le autorità italiane è stato condannato dalla corte perché reo confesso di essersi intascato cinque dei 12 milioni di dollari e mezzo (poco più di 11 milioni di euro) pagati per la liberazione delle due italiane. Abizmu è controllata dalla milizia islamista Nuruddin Zenki, che combatte sia lo Stato islamico che le forze governative di Damasco. Già all’epoca della scomparsa delle ragazze, il movimento Zenki era stato chiamato in causa da diverse fonti siriane e internazionali. Fonti di Abizmu, interpellate telefonicamente, affermano che i restanti sette milioni e mezzo del riscatto sono stati divisi tra i restanti signori della guerra locali. Il documentario The Hostage business non ha fatto altro che confermare l'indiscrezione proveniente da Aleppo e smontare la ricostruzione di Gentiloni.

Contattato dalla stessa al Jazeera, il governo italiano si è rifiutato di commentare ribadendo che la sua politica è quella di non pagare i riscatti.

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